«Siciolante torna ad Ancona» Brera, c'è l'ultimo sì alla Pala

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Domenica 22 Settembre 2019, 05:05
L'EVENTO
ANCONA Una trattativa di oltre vent'anni. Intese, documenti, autorizzazioni, mail e solleciti tra Ancona Roma e Brera. Ma pra sembra tutto pronto per riportare finalmente la Pala cinquecentesca d'altare di Girolamo Siciolante da Sermoneta nella riaperta chiesa di san Gregorio Illuminatore. Venerdì è infatti arrivata in Comune copia della lettera del direttore della Pinacoteca di Brera che autorizza il trasferimento della Pala ad Ancona. L'ultimo tassello di un puzzle costruito tassello dopo tassello negli ultimi venti anni da assessori e dirigenti comunali per riportare al Guasco l'imponente olio su tela, testimonianza della presenza storica della comunità armena, portata a Milano dai commissari del Regno Italico napoleonico nel 1811. Opera poi trasferita a Calcinate, vicino a Bergamo, dove si trova attualmente. Da domani il Comune, ricevuta l'autorizzazione dal direttore della Pinacoteca di Brera, si metterà al lavoro per stabilire tempi e modi per il ritorno. L'arrivo del sospirato ultimo sì al ritorno della Pala è trapelato durante «Uno due tre... che ri-scoperta», l'apertura straordinaria di ieri pomeriggio del complesso di San Gregorio nell'ambito della 36° edizione delle Giornate Europe del Patrimonio.
La missiva
La lettera del direttore James Bradburne ha ufficialmente comunicato alla Curia arcivescovile lombarda, proprietaria della chiesa di Calcinate che ospita la Pala, l'avvio delle procedure per il trasferimento ad Ancona dell'opera di Girolamo Siciolante e l'arrivo di una nuova opera destinata alla chiesa bergamasca. Ora agli Uffici comunali della direzione Cultura, coordinati dall'assessore Paolo Marasca, il compito di organizzare le questioni logistiche come il trasporto, l'analisi per un eventuale restauro della pala e i tempi esatti del ritorno dell'opera. «La Pala è molto grande e avrà bisogno di un intervento di pulitura e restauro che, d'accordo con la Soprintendenza, si terrà all'interno della chiesa di San Gregorio per un grande restauro pubblico - aveva affermato nei mesi scorsi in consiglio comunale l'assessore Marasca - È un'operazione delicata, non capita tutti i giorni che un'opera portata via in epoca napoleonica torni nel suo luogo di origine. Di comune accordo con la Soprintendenza è stato deciso anche di riportare nella chiesa anche le altre opere che si trovavano originariamente nell'edificio religioso vicino all'anfiteatro. Anche se sono sparse e non sarà semplice, sarà un modo per far sì che la chiesa possa raccontare la sua storia».
La vicenda
Nel 1847 il complesso, che sorge a ridosso dell'anfiteatro romano ed è stato riaperto il 14 dicembre 2018 dopo la chiusura avvenuta per il terremoto del 1972, fu acquistato dalle monache benedettine armene e assunse la denominazione di San Gregorio Illuminatore. All'interno della chiesa si trovava la Pala di Girolamo Siciolante, la Vergine con il Bambino in trono e santi del 1570, dedicata a San Bartolomeo, protettore degli Armeni, commissionata dal mercante armeno Giorgio Morato. La Pala (530 x 270), testimonianza della presenza storica di questa comunità ad Ancona, raffigura la Madonna col Bambino Gesù in trono, ai lati Sant'Agnese e Sant'Agata, sotto San Paolo, San Bartolomeo, e probabilmente Sant'Antonio Abate e San Ciriaco; in basso a sinistra il mercante Morato. Fu portata a Milano dai commissari napoleonici del Regno Italico nel 1811, e poi trasferita a Calcinate, vicino a Bergamo. Il primo step per il ritorno nel 2010 con la firma dal competente Comitato Tecnico Scientifico del Mibac con l'autorizzazione a trasferire ad Ancona la Pala. Ora la lettera da Brera che chiude il cerchio di un ventennale iter burocratico.
Massimiliano Petrilli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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