Oggi voto per l'Europa ma le Marche pensano già alle Regionali 2020

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Domenica 26 Maggio 2019, 05:04
URNE APERTE
ANCONA Sono passati solo cinque anni, ma nel frattempo è finita un'era politica e ne è cominciata un'altra. Le Europee del 2014 hanno lasciato le Marche - e l'Italia - con il Pd di Renzi lanciato nell'Olimpo dei partiti: con il 45,45% (dato regionale, in Italia si fissò al 40,8) doppiò il Movimento 5 Stelle, guardando il 2,1% della Lega con il telescopio. Le ritrovano oggi profondamente cambiate, segnate da un terremoto che ha devastato una parte fondamentale del territorio, piegate da una crisi economica che sembra non avere sbocchi, indietro nelle infrastrutture. E soprattutto reduci dalle Politiche del 2018 che hanno ribaltato i consensi e la geografia dei partiti.
Il giro di boa
Un cambiamento impensabile fino al 2015, quando il Pd ha sostanzialmente riconfermato alle Regionali il risultato delle Europee, con la vittoria del candidato governatore Luca Ceriscioli, ex sindaco di Pesaro. Eppure, anche nell'ostinata roccaforte rossa, la svolta era dietro l'angolo. Il sisma che ha raso al suolo interi borghi - 53 le vittime sotto le macerie - per primo ha fatto vacillare la credibilità del Pd e del premier Renzi: quasi tutte le promesse, dalla tempistica sulla realizzazione delle casette alla ricostruzione da record, si sono impantanate nelle sabbie mobili di una normativa eccessivamente burocratizzata e per niente snella. La sconfitta al referendum costituzionale ha chiuso un 2016 drammatico per l'ex sindaco di Firenze, costretto a rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio e lasciare la poltrona al suo ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Maceratese di origine, figlio della provincia più colpita dal sisma, il neo premier ha infuso nuova speranza ai marchigiani, mentre a Roma si consumava la frattura più grande all'interno del Pd: il 2017 si è aperto con l'addio di Renzi alla presidenza del partito e il contestuale crollo dei consensi, che si è tradotto con la debacle del 4 marzo 2018.
La batosta elettorale
Lo scorso anno i marchigiani delusi si sono fatti sentire, dimezzando alle Politiche le preferenze ai dem e relegando al terzo posto la coalizione di centrosinistra. Risultato regionale in numeri: Movimento 5 stelle al 35,55% e 5 seggi alla Camera; Lega al 17,28% (33,02% la coalizione di centrodestra e 4 deputati); Pd al 21,33% (2 deputati e coalizione di centrosinistra al 24,5%). Un ribaltone che ci porta dritti a questo election day e alle attese che Europee e Amministrative riservano. Per il Parlamento Ue sono 1.277.492 gli aventi diritto al voto nelle Marche, di cui 659.357 donne e 618.135 uomini: 69.997 gli elettori dai 18 ai 23 anni che votano per la prima volta alle Europee nella terza circoscrizione Italia centrale, che oltre alle Marche comprende Toscana, Umbria e Lazio. In totale 15 seggi da coprire sui 76 totali assegnati all'Italia. Venti sono i candidati marchigiani che tenteranno l'ascesa a Bruxelles, nonostante sia una mission impossible, visto che gli italiani sono chiamati a scegliere su una platea di 214 candidati.
Proiezione sulle Regionali 2020
Di elezione in elezione le Regionali 2020 sono dietro l'angolo e lo scrutinio di domani sarà un test elettorale su cui le forze politiche marchigiane dovranno riflettere da qui a pochi mesi. Chissà se il Pd a Pesaro riuscirà ad assorbire lo choc per l'avanzata del M5S che ha stoppato l'elezione di un uomo di governo solido come Minniti, oppure se ad Ancona il centrosinistra riuscirà a ottimizzare il risultato ottenuto alle Comunali nel capoluogo con la vittoria bis del sindaco del mondo, Valeria Mancinelli. Chissà soprattutto, se nell'Ascolano, terra di grandi big del Partito democratico, il centrosinistra riuscirà a riprendere i voti persi nel giro di cinque anni, da Europee a Europee. Più che a Bruxelles, insomma, nelle Marche si guarda al gradimento degli elettori. Da domani una sola parola d'ordine (tra le due) animerà le riunione dei singoli partiti: riconquistare la fiducia o rafforzare il risultato. Il conto alla rovescia sta per iniziare in quella che è stata un'ostinata, mai doma, roccaforte rossa.
Maria Teresa Bianciardi
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