LA POLITICA
Alleanze sì, alleanze no. Sembrava un capitolo definitivamente

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Domenica 5 Luglio 2020, 08:14
LA POLITICA
Alleanze sì, alleanze no. Sembrava un capitolo definitivamente chiuso, ma con l'approssimarsi delle Regionali, il pressing per una declinazione territoriale di quell'asse giallo-rosso che regge il governo Conte si fa sempre più insistente. Così accade che, nel giro di qualche giorno, arrivi prima l'appello del premier, secondo cui correre separati sarebbe «una sconfitta per tutti», poi quello del segretario dem Nicola Zingaretti, che definisce una «vergogna» affrontare divisi, nelle Marche, «una battaglia che rischia di far vincere i neofascisti». Rumors di palazzo dicono anche che, a premere per un apparentamento tra i due gruppi nelle regioni al voto a settembre, ci sarebbe anche Stefano Buffagni, viceministro del Mise e pezzo da 90 del Movimento.
L'incontro e i temi sul tavolo
Le cronache nazionali parlano poi di un incontro tra parlamentari marchigiani a stragrande maggioranza aspramente contrari all'accordo in cui si sarebbe profilata l'ipotesi di un'apertura, ma i diretti interessati smentiscono. Lo fa per prima la pasionaria fabrianese Patrizia Terzoni, che dal suo profilo social lancia bordate: «Ecco la fake di giornata. I parlamentari non decidono su un tema così importante. La base già si è espressa e non spetta ai parlamentari cambiare le carte in tavola parte con l'elenco . Al M5S interessano programmi e progetti. Il gioco delle poltrone che sta venendo fuori all'interno dei vecchi partiti non ci appartiene. Poi il Pd non era all'ordine del giorno della nostra riunione. Riunioni che facciamo costantemente per coordinarci sulla nostra attività. Infine: Mangialardi dichiara: se fanno un passo verso di me io ci sono! Non siamo noi che abbiamo bisogno del Pd, ma come dichiara lo stesso partito, sono loro che hanno bisogno di noi».
Poi il comunicato
Segue a ruota un comunicato a voce unica dei parlamentari, in cui viene ribadita la posizione ufficiale: «Ci fa molto piacere che sia riconosciuta la centralità del nostro ruolo alle prossime elezioni regionali, ma va chiarito che il nostro obiettivo politico è e resta mettere al primo posto le tante necessità dei cittadini marchigiani. Sono i punti del nostro programma, che segna una forte discontinuità con le politiche del passato: un nuovo modello di sanità, pubblica, diffusa ed efficiente, rendere il nostro territorio connesso con l'Italia e l'Europa con infrastrutture moderne, favorire il rilancio dell'economia marchigiana, con un'amministrazione regionale finalmente vicina alle necessità di imprenditori e partite IVA. Ai marchigiani interessa sapere cosa, non chi».
Mai parlato di accordi
Insomma, nessun incontro per parlare di accordi in chiave regionale. A ribadirlo sono anche i facilitatori Giorgio Fede e Mirella Emiliozzi, in doppia veste oltre a quella parlamentare. «Nessuna apertura. Non basta cambiare i suonatori, bisogna cambiare musica nelle Marche il punto del senatore . Repetita iuvant: parliamo di temi e programmi, non ci interessano le poltrone. Noi spingiamo per il cambiamento».
L'unica chance
Sulla stessa linea Emiliozzi, che smentisce ogni ipotesi di apertura e sottolinea come «se mai il Pd dovesse invertire la rotta tenuta finora ed allinearsi sui nostri temi, se ne potrebbe discutere. Ma questo vale anche per la destra, perché le nostre non sono questioni ideologiche o di principio, bensì per l'interesse dei cittadini». Decisamente più possibilista il deputato Roberto Cataldi, che sull'asse giallo-rosso ironizza: «siamo fidanzati, ma usciamo senza darci la mano. La preoccupazione di correre con una forza politica con cui ci sono stati attriti su alcuni temi è esagerata: si è trovato il modo si stare al governo insieme, anche nei territori ci si può confrontare per un accordo programmatico».
L'ironia di Maggi
Se la ride sotto i baffi il capogruppo 5 stelle in Consiglio regionale Gianni Maggi, da tempo in rotta col Movimento, proprio perché favorevole ad una coalizione giallo-rossa in chiave anti destra: «non hanno accettato Longhi candidato civico e ora vanno a vedere le carte con Mangialardi candidato del Pd? Il M5s delle Marche è in buone mani e con questi strateghi andrà sicuramente lontano».
Martina Marinangeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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