LA DEMOGRAFIA
ANCONA Culle vuote, altari deserti. Sempre meno sì e, di conseguenza,

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Sabato 15 Febbraio 2020, 05:05
LA DEMOGRAFIA
ANCONA Culle vuote, altari deserti. Sempre meno sì e, di conseguenza, sempre meno bebè. Crollano i matrimoni, calano le nascite: non ci si sposa più ad Ancona, città di single e di anziani. Un dato su tutti: il 41% delle famiglie è composto da un solo elemento. Sono 19.338 nel capoluogo: un'enormità. Se poi ci mettiamo i nuclei composti da due elementi (12.739) la fetta arriva al 68%. E' la società degli estremi: diminuiscono le famiglie con figli a carico, aumentano quelle numerose, formate da 6 componenti in su. La forbice si allarga, ma in mezzo c'è un mondo fatto di poche nascite (647 nel 2019, cento in meno nell'arco di 6 anni) e, soprattutto, poche unioni. È un trend nazionale che Ancona rispecchia fedelmente.
Le cifre
Nel 2019 sono stati solo 200 i matrimoni, 45 in meno rispetto al 2018, -56 in due anni. Non ci si promette più amore eterno. E chi decide di farlo, preferisce andare in Comune anziché in chiesa: i matrimoni civili (131) hanno raddoppiato quelli religiosi (69), così come sono raddoppiate le convivenze di fatto, da 27 a 53. E le unioni civili? Dopo il boom del 2018, dettato dall'introduzione della legge Cirinnà, anche quelle sono crollate, da 56 a 3 nell'arco di 12 mesi. Si può parlare di crisi della famiglia? Ma soprattutto, che impatto può avere sul capoluogo il quadro delineato dalla Direzione Scales (Ufficio Anagrafe, Stato Civile e Statistica) del Comune di Ancona? «Il fenomeno è in linea con il trend europeo - spiega il professor Carlo Carboni, sociologo e in cattedra all'Università Politecnica delle Marche -. C'è una concausa di tre fattori. Uno è strutturale: l'invecchiamento. Abbiamo molti anziani che vivono soli, in particolare le donne che godono di una maggiore longevità. Poi c'è un aspetto culturale: il fatto che aumentino i single e le convivenze e si riducano i matrimoni è il frutto di una destabilizzazione del vecchio modello familiare. L'atomo della società post industriale non è più il gruppo, ma l'individuo. La famiglia non sta scomparendo, ma si sta trasformando in una realtà diversa, con la crisi del matrimonio come rito». Ma c'è anche un terzo elemento, di tipo socio-economico, che ha un peso rilevante: «Stiamo massacrando i nostri giovani - continua il professor Carboni -. Il mercato del lavoro prevede incertezza e precarietà e questo si riflette sulla stabilizzazione delle famiglie. Siamo nell'era della mobilità, ma anche della tecnologia che permea le relazioni, spesso più intense con i propri devices che non con le altre persone».
Il rilancio
Non a caso, anche separazioni e divorzi sono in aumento. Le conseguenze saranno tangibili tra qualche anno, quando la città verrà ridisegnata da un andamento demografico ormai marcato. «C'è bisogno di case per single, occorre pensare a luoghi di socializzazione e spazi creativi - spiega il professor Carboni -. Ma è fondamentale che i nostri politici agiscano su leve in grado di rilanciare la natività. Come? Favorire il lavoro e la stabilità dei giovani, agevolare l'acquisto di immobili, sostenere le famiglie e soprattutto le donne». Altrimenti, la conseguenza è lo spopolamento. Ancona è tornata ai livelli del 2016 e la soglia psicologica dei 100mila abitanti traballa: siamo a quota 100.512, con un'età media di 49 anni per le donne e 45 anni per gli uomini. «Sì, è un dato preoccupante - ammette Emma Capogrossi, assessore ai Servizi sociali e alle Politiche dell'integrazione -, ma è un trend nazionale: d'altronde, il saldo tra nascite e morti è il più basso dal 1918. Le nuove generazioni faticano a formare una famiglia e la causa principale, a mio avviso, è la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e assicurarsi un reddito decente e ragionevolmente sicuro. La precarietà condiziona le scelte di vita. Nel dato dei single, però, rientrano anche molte donne straniere che vivono per conto proprio, per via del boom delle badanti, oltre agli anziani rimasti soli».
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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