«L'ho visto scavalcare Entrava dappertutto»

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Sabato 4 Luglio 2020, 05:05
LE TESTIMONIANZE
Dopo una notte d'afa, le tante finestre sul cortile aperte per non boccheggiare dal caldo si spalancano sull'alba di sangue di via Saveri. Paolo Berardi, dal secondo piano del palazzo davanti al villino del delitto, alle 5 e 30 del mattino s'era alzato per andare al bagno. «Ho visto dalla finestra la sagoma di un uomo che scavalcava la recinzione e ho subito pensato a un ladro, non sapevo che fosse il figlio di Giuseppina, l'ho scoperto dopo quando l'hanno fermato i carabinieri - racconta il testimone riferendosi al ragazzo arrestato per l'omicidio -. Ha sfondato la serranda e spaccato il vetro, sentivo la signora Fiorella urlare, mia moglie ha chiamato subito il 112».
Vetri in frantumi
«Si sentivano i rumori dei vetri in frantumi, le urla di quella povera donna, poi sono arrivati i carabinieri, ma era troppo tardi per salvare lei», conferma Roberta Manoni, la moglie di Berardi. Fiorella Scarponi, la vittima, e suo marito Italo Giuliani vengono descritti come «vicini di casa educati, tranquilli e rispettosi degli altri - parole di Paolo Berardi -, mi dispiace davvero che gli sia capitata una cosa del genere». «La signora Fiorella - aggiunge sua moglie Roberta Manoni - veniva spesso qui nel porticato a giocare con i nipotini, una nonna amorevole e una persona davvero cordiale». Nel caseggiato che s'allunga tra via Saveri e il parco Mattei molti non si sono meravigliati vedendo i carabinieri portare via Michel Santarelli, il giovane di 25 anni ora piantonato nel reparto psichiatria, in stato d'arresto. Altre volte il ragazzo s'era introdotto in casa d'altri, arrivando fino ad arrampicarsi al primo piano. Qualcuno lo chiamava il ragno, per l'abilità di scalare le pareti. «Lo scorso inverno - confermano i coniugi Berardi -, era entrato qui nel nostro condominio, con una spranga di ferro in mano. Due ragazzi l'avevano visto, lui gli ha risposto che era casa sua».
Il precedente
A giugno dell'anno scorso, secondo il racconto di altri vicini, che però preferiscono mantenere l'anonimato, Michel s'era già infilato in casa dei coniugi Giuliani. Due palazzine più verso il parco, alcune residenti ricordano l'episodio: «La moglie se lo era ritrovato davanti e s'era spaventata, avevano chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. Non sappiamo se poi ci sia stata una denuncia, ma di sicuro la povera Fiorella era inquieta, aveva ancora paura di quel ragazzo che girava indisturbato. Si vedeva che non stava bene». «Sarà stato un raptus? - si chiede Roberto La Nave, che abita nel quartiere - Italo e Fiorella sono una coppia normale, ben voluti qui. Invece chi li ha aggrediti non è conosciuto, mi hanno detto che viveva con la madre e talvolta era seguito da un'assistente sociale, ma non saprei..». «Abito qui di fronte - aggiunge Giorgio Ionna - sono molto dispiaciuto, Italo è un'istituzione a Jesi. Poveretta Fiorella, una morte così in questo quartiere ogni tanto accade qualche fattaccio, tempo fa una donna era stata rapinata in casa. Ma un fatto così è assurdo».
Un'altra residente, a spasso con il cane nel parco Mattei, dice di aver sentito le urla di Fiorella, come se l'assassino avesse aggredito prima il marito. «Sentivo che gridava Così me lo ammazzi, dev'essere stato terribile». Poi diversi residenti hanno visto Michel vagare nei giardinetti del parco, con i pantaloni sporchi di sangue. «Ma non potevano ricoverarlo in qualche struttura per malati psichiatrici?», si domandano in molti, con il senno di poi. Ed è l'interrogativo chiave di questa tragedia.
l. s. e ta. fre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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