In tutto, tolte le radici e i tronchetti delle piante, i poliziotti hanno pesato

2 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Settembre 2018, 05:05
In tutto, tolte le radici e i tronchetti delle piante, i poliziotti hanno pesato circa 80 chili di fogliame di canapa destinato all'essiccazione, un quantitativo che sul mercato avrebbe fruttato svariate decine di migliaia di euro. Le piante più alte, secondo quanto ricostruito dai detective della Mobile, potevano essere vendute anche a 500 euro. Nel casolare dei Borri sono stati sequestrati poi attrezzi agricoli per la coltivazione e diverse confezioni, in fusti da 5 e 10 litri, di fertilizzanti, concimi, estratti vegetali rivitalizzanti, stimolatori della fioritura e acceleratori della crescita delle piante, tutti prodotti da specialisti della coltivazione che si possono reperire anche sul web. A confermare che non si trattava di coltivatori occasionali di cannabis, anche la presenza di sali minerali, cesoie e termometri per misurare la temperatura della terra. Non c'erano invece essiccatoi e igrometri, strumenti che si usano per allestire serre in ambienti chiusi, ma solo perché con le temperature delle ultime settimane, vicine ai trenta gradi fino a domenica scorsa, bastava il caldo per seccare le foglie.
Per ora tutti coinvolti
Padre, madre e figlio per ora sono ritenuti tutti e tre partecipi dell'attività di coltivazione della canapa, ma oggi in sede di convalida dell'arresto il gip potrà fare dei distinguo, in base alle dichiarazioni che renderà il figlio. Del tutto estranei invece sono risultati altri familiari - compresi gli anziani genitori dei Borri e un'altra figlia - presenti in casa al momento del blitz. L'indagine della Mobile continua per ricostruire i contatti con eventuali pusher che potevano rifornirsi dai coltivatori. E pure per capire se i Borri usassero anche l'attività lecita di ambulanti ad Ancona - svolta dietro la Galleria Dorica, a 20 metri dal palazzo di giustizia - per piazzare poi sotto banco, lontani dalla folla del mercato di corso Mazzini, anche piantine di genere proibito.
Lorenzo Sconocchini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA