Gostoli: «Pronti per la remuntada» Biancani-Ridolfi, ghiaccio bollente

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Sabato 25 Luglio 2020, 05:05
I DEMOCRAT
Fino a qualche mese fa, sembrava una mission impossible. L'animo litigioso del partito pareva non dovesse più sopirsi. Ed invece, contro ogni pronostico, la pattuglia dem è la prima a presentarsi ufficialmente agli elettori. Ieri ad Ancona, la squadra del Pd che correrà con il candidato governatore del centrosinistra Maurizio Mangialardi alle Regionali di settembre è scesa in campo schierata quasi per intero.
Gli strascichi
Gli echi delle sanguinose faide interne tra minoranza e maggioranza del partito sembrano ormai lontani, ma qualche strascico, inevitabilmente, resta. Dal gelo tra i candidati nella lista di Ancona Antonio Mastrovincenzo, Emanuele Lodolini e Fabio Sturani, che a malapena si salutano, allo psicodramma nella compagine pesarese. È lì, infatti, che prosegue il fratricida duello tra il sindaco Matteo Ricci ed il governatore Luca Ceriscioli, incarnatosi nei due paladini che si sono scelti per la corsa alle Regionali. Il consigliere uscente Andrea Biancani, sostenuto dal primo cittadino, ha parlato fitto, per quasi un'ora e lontano dal resto del gruppo, con il suo competitor diretto Stefano Ridolfi, candidato voluto da Villa Fastiggi (ergo, Ceriscioli), e dalla mimica la conversazione è parsa parecchio sentita.
Mangialardi paciere
Tanto che per gioco, si intende il candidato governatore Mangialardi è andato a separarli. A Biancani non sarebbe piaciuta la mossa del presidente di piazzare un altro esponente dem di Pesaro, con cui dovrà contendersi i voti, anche alla luce del fatto che la sua lealtà è andata tanto a Ceriscioli quanto a Ricci. Ma la guerra è guerra. Per il resto, è stata la festa della ritrovata speranza di vittoria, con il segretario regionale Giovanni Gostoli ad incitare le truppe, sottolineando come «rispetto a 7 mesi fa il clima sia cambiato. Abbiamo fatto una remuntada pazzesca. Noi con Mangialardi andremo a vincere le elezioni. Nel simbolo del Pd abbiamo scritto con orgoglio il nome del candidato presidente, mentre i nostri avversari si nascondono dietro i leader nazionali perché sono consapevoli della debolezza del loro candidato». Ha già iniziato a correre, invece, Mangialardi: «partiamo da oggi per guardare alle Marche del 2030», declinando l'azione su «infrastrutture, sanità territoriale e ricostruzione». Ma il «tema dei temi», sarà quello dell'utilizzo della pioggia di risorse che arriverà dall'Europa: «7 miliardi per la nostra regione (5 con il Recovery Fund e 2 con il Mes). Se al governo ci fossero stati i sovranisti, queste risorse non sarebbero mai arrivate». I 30 nomi per le cinque province sono: Antonio Mastrovincenzo, Manuela Bora, Emanuele Lodolini, Mirella Giangiacomi, Fabio Sturani, Mauro Pellegrini, Manuela Carloni, Michela Bellomaria e Giorgia Fabri ad Ancona, Anna Casini, Paolo D'Erasmo, Augusto Curti e Sara Calisti ad Ascoli Piceno, Maria Teresa Illuminati, Annalinda Pasquali, Francesco Giacinti e Fabrizio Cesetti a Fermo, Francesco Micucci, Roberta Pennacchioni, Loredana Riccio, Giovanna Salvucci, Sauro Scaficchia e Romano Carancini a Macerata, Andrea Biancani, Renato Claudio Minardi, Margherita Pedinelli, Stefano Ridolfi, Monica Scaramucci, Daniele Tagliolini e Micaela Vitri a Pesaro Urbino.
Martina Marinangeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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