Esercito di assunzioni facili nei guai 53 dirigenti sanitari

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Martedì 24 Aprile 2018, 05:04
LA MAXI INDAGINE
MACERATA Da precari a dipendenti a tempo indeterminato. Un esercito di quasi 800 lavoratori del comparto sanitario assunti senza concorso (o con un concorso cucito addosso in maniera sartoriale) oppure falsificando le domande attribuendosi requisiti inesistenti. È il contorno inquietante di una maxi indagine condotta dalla Guardia di finanza di Macerata che ha denunciato 53 dirigenti della Regione Marche. L'accusa nei loro confronti è di abuso d'ufficio. Un modus operandi illecito sarebbe andato avanti per sei anni, dal 2008 al 2014: a beneficiarne amministrativi e non con incarichi non dirigenziali.
I particolari di 18 mesi di lavoro
I particolari dell'indagine Easy Job, lavoro facile, sono stati illustrati ieri mattina in conferenza stampa dal comandante provinciale della Guardia di finanza di Macerata Amedeo Gravina, dal capo della polizia tributaria Andrea Magliozzi, e dal tenente Donato Niro. L'attività è stata avviata un anno e mezzo fa: durante un'indagine su richieste indebite di rimborso presentate da dipendenti regionali era emersa anche quella di un avvocato di Ancona che avrebbe richiesto rimborsi sospetti dopo aver partecipato ad udienze, a difesa dell'Asur, al tribunale di Macerata. Dagli accertamenti è emerso che il legale era un ex Co.co.co. poi stabilizzato come dirigente (unico caso tra i 776 individuati), senza averne i requisiti. Da lì, su disposizione del Pm di Ancona Ruggiero Dicuonzo, i controlli sono stati estesi a 360 gradi su tutto il territorio regionale facendo emergere centinaia di irregolarità, per il 95% circa si tratta di amministrativi, il resto sarebbero infermieri e altri esecutivi (nessuno, tranne l'avvocato, con incarichi dirigenziali).
Le procedure lacunose
Nello specifico è emerso che i 53 dirigenti della Regione, dal 2008 al 2014, non avrebbero predisposto i previsti piani triennali del fabbisogno del personale, documento fondamentale per consentire all'ente sanitario (Asur, Zone territoriali prima e Aree Vaste dopo il 2011) di preventivare quanto personale assumere e per quali mansioni. Senza quel documento sarebbero state stabilizzate posizioni in maniera indiscriminata, trasformando in assunzioni a tempo indeterminato Co.co.co. ed L.s.u. ovvero lavori socialmente utili. In questi casi, infatti, l'iter è ben diverso, occorre partecipare a un concorso per lavoro a tempo determinato, maturare almeno tre anni di rapporto e poi partecipare, se previsto, a una procedura di stabilizzazione.
Il vincolo dei tre anni non rispettato
In molti casi, invece, non sono state attivate le necessarie procedure di concorso pubblico, mentre in altri si è proceduto alla predisposizione di bandi fotografia o bandi sartoriali come li ha definiti il colonnello Gravina, cuciti addosso alla persona da assumere. Si tratterebbe di veri e propri provvedimenti illeciti, formati esclusivamente per assumere dipendenti predeterminati. In tali bandi, infatti, i requisiti previsti sono stati individuati in base a quelli effettivamente posseduti dai lavoratori interessati, arrivando persino a pubblicare il relativo bando di concorso il giorno successivo a quello in cui il dipendente da stabilizzare aveva maturato i requisiti indicati.
Le dichiarazioni mendaci
Le Fiamme Gialle hanno denunciato anche undici dei 776 lavoratori stabilizzati, dieci per aver falsamente attestato in atti il possesso di requisiti in realtà non posseduti (sono stati tutti segnalati all'autorità giudiziaria di Ancona, uno per il reato di truffa aggravata). Per alcune fattispecie dei reati è probabile che prima che si possa accertare l'eventualità responsabilità degli attuali denunciati, intervenga la prescrizione. Nelle scorse settimane la Guardia di finanza ha depositato alla Procura di Ancona l'informativa conclusiva. Contestualmente è stato segnalato l'intero contesto delineato alla Procura regionale della Corte dei Conti, presso la Sezione giurisdizionale per la Regione Marche di Ancona, per le valutazioni del possibile danno erariale. Dalle indagini infatti, è emerso che i dirigenti denunciati, con le loro condotte illecite, hanno causato una spesa per i vari enti sanitari che è stata stimata in 121.792.009,55 euro, pari, cioè, all'importo degli emolumenti corrisposti ai dipendenti indebitamente stabilizzati.
Benedetta Lombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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