Quattro arrestati e un sospetto divenuto certezza. La pista insanguinata della decapitazione delle due ragazze scandinave, tre giorni fa alle pendici del monte Toubkal in Marocco, conduce dritta all'Isis. Se, come sembra, i video diffusi in rete sono autentici, il barbaro omicidio di Louisa Jesperen, danese di 24 anni, e Maren Ueland, norvegese di 28, porta la firma dei militanti del Califfato, che hanno violentato le due prima di tagliare loro la gola.
#Maroc : le groupe ayant assassiné les Scandinaves avait enregistré une vidéo dans laquelle il mentionne leur allégeance à Abu Bakr al-Baghdadi et leur volonté de répondre à l'appel de l'#EI à commettre des attentats. pic.twitter.com/K9KFfYYABO
— Romain Caillet (@RomainCaillet) 20 dicembre 2018
Dopo la diffusione, ieri, del video macabro della decapitazione delle studentesse, oggi ne è spuntato un secondo, condiviso via Twitter dall'islamologo francese Ramoin Caillet.
Poi la minaccia, con la citazione di una parte del versetto del Corano 9:29: «Combatti quelli che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno e neppure considerano proibito quel che è stato proibito da Allah e dal suo messaggero». Un omicidio «politicamente motivato e quindi un atto di terrorismo», ha detto il primo ministro danese Lars Loekke Rasmussen, secondo il quale «ci sono ancora forze oscure che vogliono combattere i nostri valori e di fronte alle quali non dobbiamo arrenderci».
La procura marocchina oggi ha dato notizia che il primo dei fermati sarebbe affiliato a un gruppo islamista. Sugli altri sono in corso le prime indagini. Difficile dire quanto le minacce dei quattro siano il frutto di un gruppo organizzato e radicato tra i monti dell'Atlante o quanto siano più o meno estemporanee uscite di lupi solitari uniti solo dall'odio anti-occidentale. Ma i riferimenti a quanto accade nella guerra di Siria non sono una buona notizia e fanno pensare a una cellula strutturata. »Non potremmo vivere in una terra in cui la legge di Dio (la sharia) non è osservata. Come potremmo divertirci vivendo quando siamo i primi a guardare la scia di distruzione lasciata dall'aereo della coalizione crociata?«, si afferma nel video che fa riferimento anche ai »fratelli di Hajin«, la città siriana dove i terroristi avrebbero contato numerose vittime tra le loro fila.