NEW YORK - Fiamme altissime, case distrutte, popolazioni in fuga, aria irrespirabile. Non sono solo la California, l'Oregon, il Canada: gli americani scoprono sui loro teleschermi che il flagello delle fiamme sta divorando decine di altri Paesi. I satelliti della Nasa rimandano a terra le immagini del nostro mondo avvolto in quelle che sembrerebbero nuvole, ma sono colonne di fumo. Si alzano dall'Africa e dall'Asia, dall'America del sud e del nord. Nel nostro Mediterraneo e in Europa l'elenco dei Paesi a fuoco quest'estate è più lungo del solito. Il sud dell'Italia brucia, come bruciano il Marocco, il Libano, la Turchia, la Grecia, l'Albania, la Macedonia, la Bulgaria, la Siberia. Le immagini apocalittiche dell'isola greca di Evia ricordano quelle delle cittadine devastate nella California del nord-est. E se in Grecia la gente deve scappare con i traghetti, con lo sfondo di un muro di fiamme, in California scappa in automobile, talvolta attraversando alla cieca improvvise barriere di fuoco, tanto si muovono veloci le fiamme. E intanto una nuova minaccia esplode in Kuwait, dove va a fuoco il più grande deposito di copertoni usati del mondo, che sta creando un'immensa nuvola inquinante: il deposito è nel deserto, dove le temperature oramai arrivano a livelli sopra i 50 gradi. C'è il rischio di un disastro senza precedenti.
IL QUADRO
Gli esperti confermano che questa estate è la peggiore di tutte.
I DATI
Il riscaldamento della terra, oramai arrivato a 1,1 grado oltre i livelli preindustriali, ci spiega il documento, sta accelerando e potrebbe toccare quota 1,5 non più entro il 2040, ma entro il 2030. Un aumento di 1,5 gradi comporterebbe distruzioni tali da generare insormontabili catastrofi economiche e sociali. Quanto peggio potrebbe essere la situazione se non corriamo ai ripari, ce lo fa capire la realtà che stiamo già sperimentando con un aumento di solo 1,1 grado: siccità seguita da piogge torrenziali e allagamenti epocali, scioglimento delle calotte polari con innalzamento del livello delle acque dei mari e città a rischio di venire del tutto sommerse, temperature torride che trasformano boschi e campagne (e depositi di copertoni) in un inferno se solo ci casca un fulmine o qualche sciagurato accende un fuoco.
Il nostro pianeta «non vedeva temperature così alte da 100 mila anni», ci ricorda Kim Cobb, scienziato del paleo clima al Georgia Institute of Technology, e uno degli autori dello studio. E Jo Biden avverte: «Bisogna agire subito».