Sostenere e incentivare la presenza femminile nel lavoro e nello studio delle discipline scientifiche.
È con questo spirito che il mondo si appresta a celebrare, l’11 febbraio, la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nelle scienze. L’acronimo in inglese è Stem, che sta per Science, Technology, Engineering & Mathematics. L’edizione 2025 ha un valore aggiunto, poiché si festeggia il decimo anniversario di questo giorno speciale. E sono tante le iniziative, a cominciare da quella di Parigi nel quartier generale dell’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), che supervisiona la giornata: l’appuntamento è l’11 febbraio con la tavola rotonda “Svelare le carriere Stem: la sua voce nella scienza”.
Anche l’Italia si prepara alle celebrazioni con la “Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche” (4-11 febbraio). L’Accademia dei Lincei a Roma, la più antica istituzione scientifica italiana, organizza l’incontro “Rispetto della Costituzione e rispetto reciproco”, proposto dalla Fondazione e dalla Commissione Pari opportunità della stessa accademia. Appuntamenti speciali sono stati organizzati da tutti gli enti: dal Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) all’Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) e all’Istituto nazionale di Astro-fisica (Inaf), dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
LA SITUAZIONE
Nonostante gli sforzi fatti in questi anni il divario è ancora ampio, come confermato dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), che in occasione della riapertura delle università e in vista delle nuove immatricolazioni già certificava come le discipline Stem fossero quasi un tabù al momento della scelta del percorso di studi.
«Sono proprio gli uomini i grandi assenti in eventi come questi – spiega Tiziana Catarci, ordinario di Ingegneria informatica all’Università Sapienza di Roma, dove dirige il Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale (Diag) “Antonio Ruberti”, promotrice del progetto “G4Greta” e membro della “SIpEIA”, la Società italiana per l'Etica nell’intelligenza artificiale – Gli uomini sono pochissimi, invece serve una maggiore presenza maschile, il divario nell’informatica c’è perché alla base vi è un pregiudizio di genere». A fare la differenza è la percezione del ruolo: mentre in scienze come la medicina o l’astronomia le donne ci sono e si affermano, il mondo dell’informatica si identifica con un modello maschile. «Quello che viene in mente, in particolare riferendosi alla Tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Tic), è il nerd – prosegue Tiziana Catarci – Per colmare questo pregiudizio bisognerebbe intervenire già alle elementari». La scarsissima presenza femminile nel mondo dell’informatica vale anche quando si parla di lavoro. «Le donne sono ancora carenti per un errore di definizione – spiega Darya Majidi, imprenditrice nel settore high-tech, ceo e owner di Daxo Group, società di consulenza strategica di digital transformation, fondatrice e presidente onoraria dell’associazione Donne 4.0 – L’informatica non va considerata come pura tecnologia, ma come una scienza. Questa è una distinzione fondamentale: comporta aspetti che vanno oltre la programmazione, ma che implicano anche l’analisi, il problem solving e soprattutto la creatività». L’informatica come opportunità proprio per le donne. «Ciò avviene – prosegue Majidi – grazie alla sua capacità di creare nuovi profili professionali, compresi quelli legati alle discipline umanistiche dove la presenza femminile è più numerosa».
Più positivo il discorso per l’astronomia e il suo impiego con altre discipline, come ingegneria aerospaziale e astrofisica, dove l’incremento è maggiore. «Penso a realtà come il Politecnico di Torino che in due anni ha aumentato questo dato del 30 per cento», racconta Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica e manager dell’Agenzia spaziale europea (Esa), presidente e co-fondatrice dell’associazione “Il Cielo Itinerante”.
Il divario però resta in alcuni settori specifici. «La sistematica e costante carenza femminile – prosegue Ersilia Vaudo Scarpetta – si riscontra soprattutto nelle discipline con un’importante presenza della matematica, mentre se penso ad ambiti come la medicina o la biologia il numero di donne è ormai consolidato». Eppure proprio il mondo della matematica ha infranto un ulteriore tabù con Cristina Trombetti, ordinaria di Analisi matematica all’Università Federico II di Napoli e presidente dell’Istituto nazionale di Alta matematica, prima donna a ricoprire questa carica, preceduta soltanto da Elisabetta Strickland, ordinaria di Algebra all’Università Tor Vergata di Roma, che ne era stata vicepresidente. L’Italia può vantare eccellenze femminili nelle discipline legate al mondo dello Spazio: Amalia Ercoli Finzi, Samantha Cristoforetti e Sandra Savaglio ispirano giovani come Anthea Comellini, classe 1992, laureata in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano e scelta dall’Esa per far parte del team di astronauti delle prossime missioni.
L’ASTEROIDE
Stem a portata di tutte attraverso un incessante lavoro di comunicazione. Proprio per questo impegno all’asteroide 22752 è stato assegnato il nome di Sabrina Masiero, astrofisica e direttrice della struttura di divulgazione scientifica educativa del Centro internazionale per le Scienze astronomiche Gal Hassin, a Isnello, in provincia di Palermo. E anche all’estero le scienziate italiane si affermano in ogni ambito: su tutte la fisica Fabiola Gianotti, alla guida del Cern di Ginevra, il più grande laboratorio al mondo per la ricerca scientifica sulla fisica delle particelle elementari, ma anche una nuova generazione di ricercatrici come Anna Grassellino, che guida la costruzione del più potente computer quantistico del mondo negli Stati Uniti, e Antonella Fioravanti, che con i suoi studi in Belgio ha scoperto come sconfiggere le epidemie da antrace.
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