MACERATA La ricostruzione post-sisma 2016 ha messo il turbo ma il nodo del Superbonus 110 in scadenza toglie il sonno a ditte, committenti e tecnici e rischia di compromettere migliaia di cantieri. È questo il quadro emerso dal convegno "Costruire il futuro", organizzato dall'Ordine degli ingegneri di Macerata in collaborazione con il Consiglio nazionale nell’aula Sinodale della Domus San Giuliano, moderato dal direttore del Corriere Adriatico Giancarlo Laurenzi. L'allarme arriva direttamente dagli addetti ai lavori, preoccupati per la scadenza di dicembre 2025 dell'agevolazione fiscale.
Il nodo
«Il problema più sentito riguarda il Superbonus 110 - ha subito messo in chiaro Paola Passeri, presidente del Collegio dei geometri di Macerata -. Dobbiamo evitare stalli, è necessaria una proroga». Passeri ha lanciato un appello diretto al commissario Guido Castelli, ospite della convention. «Oggi c'è difficoltà nel fare scelte. C'è paura di far partire i cantieri. Il timore è che i costi alla fine ricadano interamente sui committenti. Cosa succederà dopo il dicembre 2025? Se i cantieri resteranno a metà, le spese ricadranno sui privati». Ancora più critico l'architetto perugino Paolo Moressoni, che ha sottolineato l'urgenza temporale del tema: «Sul 110 qualcuno si farà male: o i proprietari, o le imprese, è una corsa contro il tempo. La proroga deve arrivare subito, entro il 30 giugno. Non a dicembre». Moressoni ha anche evidenziato problemi strutturali del settore: «Nessuno pensa alla sicurezza nei cantieri. Voglio che sia istituito un osservatorio sugli infortuni. E non si trovano lavoratori».
I numeri
I numeri della ripresa sono impressionanti secondo Enrico Crucianelli, presidente di Ance Macerata: «La ricostruzione ha comportato una grande crescita per le aziende. La cassa edile parla di 86 milioni di euro di stipendi contro i 14 milioni del 2016». Tuttavia, si tratta di una mole di lavoro che si sta affrontando in un settore impoverito e destrutturato dopo la crisi del 2008. Crucianelli ha poi lanciato un allarme sui tempi tecnici: «La preoccupazione è che alcuni cantieri rischiano di non concludersi. Anche togliere i contatori Enel e del gas richiede mesi. Questo blocca i lavori». Il presidente di Ance ha annunciato la redazione di un documento che verràà consegnato al commissario Castelli. «La "coda" del 110 peserà per 4-10 anni». A sollevare l’altro tema chiave insieme al Superbonus, ovvero il personale che manca, è stato anche Stefano Foresi di Confartigianato Macerata: «Il 55% degli operai stranieri impiegati nell'edilizia provengono soprattutto dall'Africa settentrionale, dall'Egitto e dai Balcani. C'è difficoltà nella gestione dei cantieri e per la sicurezza». La formazione del personale è la vera sfida, servono appositi corsi. Se professionisti e imprenditori hanno sottolineato le criticità di una ricostruzione partita ma che presenta diverse nubi all’orizzonte, più ottimista è stato il direttore dell'Usr Marche Marco Trovarelli: «La ricostruzione finirà entro i prossimi dieci anni. Liquidiamo oltre 100 milioni di euro al mese. È un momento in cui molte cose stanno funzionando, ma serve un sistema che regga l'urto». Trovarelli ha difeso gli strumenti di controllo come il Durc di congruità e il certificato antimafia che «non sono un ostacolo per le imprese, ma strumenti intelligenti. Nei paesi più colpiti oggi si vede una gru ogni 20 metri: un anno fa non c'erano». L'ingegner Massimo Conti del tavolo tecnico sisma ha evidenziato la necessità di risolvere il collo di bottiglia che si crea con la Soprintendenza, annunciando che «il 16 giugno è previsto un incontro per snellire le procedure». L'ingegner Alberto Romagnoli ha sollevato un problema a lungo termine: la mancanza di nuovi ingegneri e la carenza di laureati presso l'Università Politecnica delle Marche. Per il geologo Daniele Mercuri si tratta di una «ricostruzione modello». Sono intervenuti i rappresentanti Cni, il vescovo Nazzareno Marconi, la vicesindaca Francesca D'Alessandro e in collegamento telefonico Francesco Acquaroli.