La Sindone conservata nel Duomo di Torino, un lenzuolo di lino sul quale è visibile l'immagine di un uomo, è il risultato di un tessuto steso non su un corpo umano, bensì su una scultura a bassorilievo: lo indica la simulazione 3D pubblicata sulla rivista Archaeometry, che conferma dunque l'ipotesi di un artefatto medievale già avanzata da tempo, a partire dallo studio pubblicato nel 1989 che ha datato la Sindone a un periodo compreso tra il 1260 e il 1390 dopo Cristo.
I risultati dell'analisi sulla Sindone. L'analisi è stata condotta dall'esperto brasiliano Cicero Moraes, noto per le ricostruzioni tridimensionali dei volti di molti personaggi storici, da Antonio da Padova a Francesco Petrarca.
La simulazione 3D. Utilizzando strumenti di simulazione 3D, Moraes ha messo a confronto due scenari diversi: nel primo, un lenzuolo virtuale è stato drappeggiato sulla ricostruzione di un corpo umano, mentre nel secondo su una scultura in bassorilievo. I risultati mostrano che il secondo scenario corrisponde quasi esattamente alle fotografie della Sindone, mentre il tessuto poggiato sul corpo umano ha prodotto un'immagine molto più distorta. È d'accordo con le conclusioni tratte da Moraes anche l'esperto italiano Andrea Nicolotti, professore di Storia del Cristianesimo presso l'Università di Torino, che però ha sottolineato sul sito Skeptic.com che lo studio non dice in realtà nulla di nuovo. «Cicero Moraes ha ragione, ma la sua ricerca non è particolarmente rivoluzionaria», afferma Nicolotti. «Da almeno quattro secoli - rileva - sappiamo che l'immagine corporea sulla Sindone certamente non avrebbe potuto essere creata attraverso il contatto con un corpo tridimensionale».