Russi e fondi esteri
​investono in Riviera

Russi e fondi esteri ​investono in Riviera
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Mercoledì 14 Maggio 2014, 20:40 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 11:57
SAN BENEDETTO - I russi preferiscono la prima fila sul lungomare, panoramica e con ogni comfort; gli olandesi i borghi dell’interno; gli inglesi Ascoli; i tedeschi un po’ di tutto ma la vera novit sono i nordici, norvegesi e svedesi che sognano gli anni di pensione al caldo delle Marche del Sud. Il mercato immobiliare, insomma, sembra un po’ come il turismo e più generale l’economia italiana, agganciato all’investimento estero se vuole sopravvivere e non è un caso che quest’anno, alla dodicesima edizione di Domo Adriatico, ci saranno anche i costruttori del territorio che si sono decisi a partecipare, direttamente, all’evento al quale parteciperanno una ventina di buyer provenienti da tutta Europa e, per contro, una trentina tra agenzie immobiliari e appunto imprenditori edili che si incontreranno da domani e fino a sabato nei locali dell’istituto Alberghiero Buscemi di San Benedetto. Un settore quello immobiliare che più di altri ha sofferto per via della crisi. Dopo anni d’oro nei quali si era anche parlato di “bolla immobiliare”, vale a dire una ipervalutazione degli immobili nonostante la concomitante ipercostruzione, la crisi economica ha coinciso con i crollo proprio delle quotazioni. “Secondo le stime del’Ance - spiega Tommaso Bruno Traini da sempre anima di Domo Adriatica che è sotto l’egida della Camera di Commercio di Ascoli - gli immobili hanno perso un 20% del proprio valore dall’inizio della crisi e solo nel 2013 del 4%. Inoltre, la cosa più grave è che di contro anche i posti di lavoro del settore è crollato di circa il 30% senza contare l’indotto che si muove intorno a questo mercato. Insomma, un periodo difficilissimo perché per tenere alto il mercato non si può, come negli altri settori commerciali, procedere alla svendita. Rivolgo quindi un appello, come addetto ai lavori, a guardare con fiducia e interesse proprio al mercato estero ma su questo profilo anche le istituzioni devono fare la propria parte”.
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