FERMO Letti che vanno da un’ospedale a un altro, l’accusa di un’inaugurazione farlocca, la spiegazione tecnica ufficiale e infine la richiesta di dimissioni del dg dell’Ast Roberto Grinta. Oggi in Consiglio regionale è approdata la vicenda che riguarda una ventina di letti trasferiti dal nuovo ospedale di Amandola a quello in costruzione a Campiglione.
Il consiglio regionale
Per l’Ast solo un trasferimento temporaneo per verificare i testaletto del nuovo nosocomio di Fermo, per il Pd un’escamotage per fare una sorta di inaugurazione con tanto di passerella politica di uno dei reparti in costruzione. Nell’assemblea legislativa il caso è arrivato grazie a una interrogazione di Fabrizio Cesetti (Pd), che ha anche annunciato l’invio della documentazione di quanto avvenuto alla Corte dei Conti. Non solo, perché nel suo intervento, lo stesso Cesetti ha chiesto le dimissioni del direttore generale dell’Ast di Fermo, Roberto Grinta. Insomma, una forte polemica politica, complice le elezioni regionali.
«Nei giorni scorsi – ha detto l’esponente dem - ho ricevuto da alcuni cittadini di Amandola la segnalazione, corredata da una copiosa documentazione fotografica, che, su disposizione del direttore dell’Ast 4, si stavano portando via dei letti nuovi dall’Ospedale dei Sibillini, nello specifico dalla Rsa, per trasferirli al nuovo ospedale di Fermo con lo scopo di allestire la messa in scena di un finto reparto, funzionale a una prima inaugurazione in programma al 1° agosto, poi, a quanto è dato sapere, successivamente riprogrammata per il 7».
Secondo Cesetti, che tirato fuori il tema nella controrisposta all’assessore Saltamartini «la direzione della Ast di Fermo colta in flagranza del misfatto, tenta oggi una precipitosa e maldestra marcia indietro giustificando il trasferimento dei letti con la necessità di verifiche tecniche a Campiglione e inciampa nelle sue stesse contraddizioni. Ritengo di una gravità inaudita – prosegue Cesetti - che il direttore, per compiacere la parte politica che lo ha nominato, organizzi inaugurazioni farlocche spendendo e dissipando intenzionalmente risorse pubbliche per attribuire, altrettanto intenzionalmente, un vantaggio privato ed elettorale in dispregio del diritto dei cittadini a una sanità effettivamente pubblica per i loro bisogni di salute. Peccato che, nel suo agire, il direttore non abbia mai applicato altrettanta solerzia per dare risposte a coloro che, per esempio, quotidianamente stazionano nel Pronto soccorso di Fermo in attesa di un posto letto».
Le dimissioni
«Spiace dirlo - conclude Cesetti - ma il direttore Grinta ha dimenticato di essere un pubblico ufficiale che deve organizzare gli uffici diretti in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione nel rispetto della legalità. Principi che in questo caso sono stati palesemente violati. Queste mancanze, che minano la credibilità della sanità pubblica, non possono essere ignorate da nessuno, neppure dalla giunta regionale, e vanno sanate in maniera esemplare».