Doppio aumento per l’assegno unico e universale (Auu), che da questo mese sarà rivalutato in base all’andamento dell’inflazione: ma lo scatto dell’8,1 per cento riguarderà non solo gli importi (a partire da quello base di 175 euro mensili) ma anche le soglie Isee in base alle quali il beneficio viene graduato. Siccome però è improbabile che i valori dell’indicatore (riferiti all’anno 2021) siano cresciuti come l’indice dei prezzi al consumo lo scorso anno, il miglioramento effettivo per molte famiglie sarà maggiore e in vari casi a due cifre.
LA DECORRENZA
Le tabelle ufficiali non sono ancora state diffuse, ma è noto il tasso di rivalutazione che sarà appunto pari all’8,1 per cento ovvero all’aumento medio dell’indice lo scorso anno. La scelta è stata di applicarlo agli assegni in pagamento a febbraio, ma con decorrenza dal mese di gennaio: contemporaneamente scatteranno gli ulteriori incrementi decisi con la legge di Bilancio, che riguardano i bambini di età inferiore a un anno, i nuclei con 3 figli (e Isee non superiore a 40 mila euro) e la maggiorazione forfettaria per le famiglie con 4 figli. In tutti questi casi l’aumento sarà del 50 per cento, che si aggiunge naturalmente all’effetto della rivalutazione.
Attualmente l’assegno base per il figlio minorenne è di 175 euro al mese, riconosciuto ai nuclei con Isee non superiore a 15 mila euro.
L’insieme degli aggiornamenti ha impegnato in queste settimane l’Inps, che già lo scorso anno aveva assicurato il decollo dell’Auu a partire dal mese di marzo (con domande presentate da gennaio). Nel 2023 non sarà invece necessario ripresentare la domanda, ma andranno comunicate le eventuali variazioni della composizione familiare (nascita di un figlio, separazione e così via). Quanto all’Isee, quello aggiornato va presentato entro febbraio, per evitare di ricevere solo l’importo minimo di 54 euro. Ma se la presentazione avverrà poi entro giugno i maggiori importi spettanti saranno comunque riconosciuti come arretrati.