«La polmonite bilaterale con uno scompenso cardiaco non può che aumentare la fragilità di un paziente di 88 anni ospedalizzato per più di un mese». La neurologa Sabrina Anticoli Responsabile della Stroke Unit al San Camillo di Roma analizza le cause dell'ictus di Papa Francesco, ma sottolinea che ancora ci sono alcuni nodi da sciogliere.

Quali dubbi rimangono?
Nel comunicato non è chiaro se l’ictus è stato di tipo ischemico come nell’85% dei casi oppure emorragico come restante 10-15%, che però correla con una mortalità in acuto del 50% quindi molto maggiore di quella dell’ictus ischemico.
La gravità è anche determinata dalla sede.
I sintomi dell'ictus?
L’esordio può presentarsi con una ampia variabilità dei sintomi che vanno dalla compromissione dello stato di coscienza come il coma, oppure la comparsa improvvisa di disturbo del linguaggio, della sensibilità o della forza di un emilato, una visione doppia o una improvvisa instabilità posturale.
Come prevenirlo?
Correggendo tutti i fattori di rischio vascolari: l’ipertensione, il colesterolo, l'atrosclerosi carotidea, il diabete, le dislipidemie. Evitando il fumo, implementando l’attività fisica, la dieta e verificando la presenza di aritmie come la fibrillazione atriale, causa di un quarto di tutti gli ictus ischemici prevenibili con l'assunzione di una terapia anticoagulante orale.
Come ha influito la precedente polmonite bilaterale?
La polmonite bilaterale con uno scompenso cardiaco non può che aumentare la fragilità di un paziente di 88 anni ospedalizzato per più di un mese. La mortalità in acuto per l’ictus ischemico circa il 20% nei primi tre mesi per le complicanze, come la disfagia (disturbo della deglutizione) l'allettamento e l'immobilità, le complicanze infettive, mentre invece per l’ictus emorragico raggiunge 50% nella fase acuta.
«Dopo l'infezione il rischio di avere un ictus era aumentato di 5 volte». È d'accordo con questa affermazione condivisa da alcuni medici?
Cinque volte è una stima grossolana. Direi che è aumentato il rischio.
C'è chi avanza l'ipotesi dei farmaci post-polmonite (e mancato riposo) tra le cause.
Ne dubito, anzi è l'immobilità a favorire le trombosi.
Ci sono diverse speculazioni sul versamento nel volto. Da cosa può essere dovuto?
Trauma da caduta al risveglio per emiplegia.