Chi legge vive due anni di più. Lo studio:
«I libri fanno bene a mente e corpo»

Chi legge vive due anni di più. Lo studio: «I libri fanno bene a mente e corpo»
di Antonio Bonanata
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Sabato 6 Agosto 2016, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 19:16
NEW YORK - Scriveva Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Chi condivide questo pensiero sappia che un libro, tecnicamente, non fa diventare immortali, ma sicuramente apporterà qualche miglioramento in termini di longevità: ora c’è anche la conferma scientifica.

Un recente studio, infatti, ha evidenziato i benefici dati dalla lettura, mostrando che chi legge vive di più, in media due anni, rispetto a coloro che non hanno l’abitudine di tuffarsi tra le pagine di un libro. Raccogliendo i dati di 3635 persone ultracinquantenni, i ricercatori hanno infatti verificato che le persone che leggono fino a tre ore e mezza a settimana hanno il 17 per cento di probabilità in meno di morire nei successivi 12 anni; e chi va oltre le tre ore e mezza abbassa ulteriormente il rischio di morte del 23 per cento. Le conclusioni dello studio sono riportate da OpenCulture.

Becca R. Levy, epidemiologa dell’Università di Yale, ha commentato sul New York Times: «Coloro che dedicano solo mezz’ora al giorno alla lettura di un libro presentano un significativo vantaggio di sopravvivenza rispetto a coloro che non lo fanno». Ma la spiegazione del perché ciò accada può apparire di primo acchito poco chiara: qual è il nesso che riconduce una vita mediamente più lunga all’aver letto tanti libri? I vantaggi apportati dalla lettura non si limitano ad un benessere psichico, come occasione per viaggiare con la mente, rilassarsi, riflettere sulle cose della vita. A lungo andare, infatti, una condizione mentale positiva influenza anche il nostro corpo, il quale trae beneficio da questo stato di benessere.

Non sono pochi, infatti, gli studi che provano che un livello di scolarizzazione e di cultura letteraria alta ricada positivamente su vari aspetti della vita di un individuo, dallo status economico alle circostanze famigliari, sino alla salute mentale. In una ricerca del 2008, ad esempio, fu evidenziato come il 48 per cento dei carcerati inglesi avesse un livello di lettura pari a uno, o ancor più basso, suggerendo indirettamente che ci fosse un legame tra propensione al crimine e analfabetismo. Un’altra recente indagine ha mostrato come i bambini che crescono con un ampio accesso ai libri possono raggiungere più alti livelli di reddito da adulti rispetto a coloro che non ricevono stimoli alla lettura.

Gli autori dell’ultimo studio in materia commentano che “i rendimenti derivanti dall’istruzione per chi è cresciuto in famiglie con meno di uno scaffale di libri a disposizione erano molto inferiori rispetto ai più fortunati, che invece hanno avuto un accesso più diretto alla lettura”. E concludono con soddisfazione: “In questo senso possiamo affermare che i libri, come i diamanti, sono per sempre”. Lunga vita ai libri, quindi, perché lunga vita avrà chi li legge.
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