ANCONA Una giornata nei panni di vite che non sono le loro per capire le difficoltà di un’esistenza che ha preso una piega inaspettata. L’hanno trascorsa ieri 17 studenti del liceo scientifico Galileo Galilei, chiamati a impersonare altrettante storie di senza fissa dimora come tante ce ne sono in ogni città.
Le storie
«Ognuno di noi aveva una busta con le informazioni sulla vita di una persona» spiega Tommaso, uno degli studenti coinvolti. «Ci hanno detto di portarci uno zaino con dentro le cose necessarie per stare fuori un paio di giorni, così da simulare il peso che queste persone portano con sé ogni giorno» continuano a raccontare Viola e Valentina.
«La prima tappa è stata quella in un centro di ascolto della Caritas, dove ci hanno spiegato bene cosa dovevamo fare» inizia a ricostruire Tommaso, chiamato a impersonare un padre di 32 anni finito per strada a causa dei problemi di alcolismo che hanno portato alla fine della sua relazione e del rapporto coi figli piccoli. «Il personale ci ha indirizzato verso un centro per alcolisti così da poter almeno rivedere i bambini» prosegue Tommaso. «Il nostro personaggio era quello di una donna di 32 anni» si inseriscono Viola e Valentina. Storie che comportano anche delle scelte.
Le scelte
«Abbiamo deciso di non andare a pranzo alla Caritas per metterci in fila per un posto letto, per una ragazza sarebbe stato troppo pericoloso dormire all’aperto» motivano. Alla fine «con un euro abbiamo preso un pezzo di pizza e ce lo siamo divise». Finita l’esperienza, è il tempo delle riflessioni. «Quelle che abbiamo interpretato sono persone umane ma alle quali viene tolta l’umanità» dice Marco. «Una signora è venuta a chiederci se avevamo un euro - riferiscono Viola e Valentina - e pensavamo a come noi con un euro ci avessimo mangiato e questa donna non potesse pranzare perché non aveva neanche quell’euro». In questi panni «ti senti molto sola, inferiore e come se non fossi all’altezza» commentano.
Le emozioni
«Un’esperienza che ti apre gli occhi» l’ha definita Tommaso. Soddisfatti anche i docenti che hanno seguito i ragazzi. «Le riflessioni che hanno elaborato hanno centrato il segno» dice soddisfatto il prof Davide Giacometti. «Quelle proposte sono tutte storie che purtroppo incontriamo ogni giorno» ha integrato Simone Ancona, Caritas. Colpita anche la preside Alessandra Rucci: «I ragazzi ne sono usciti tutti molto toccati, alcuni molto provati emozionalmente».