ROMA - «Quello che mi mancherà di più è condividere un caffè con i miei compagni ogni giorno. Forse, se tornerò come dirigente un giorno,...
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L’AMORE PER ROMA
Totti non ha mai lasciato la sua Roma nonostante le tante tentazioni che sin da bambino hanno bussato alla sua porta: «A 13 anni hanno bussato alla nostra porta di casa. Erano i dirigenti del Milan, mi chiesero di andare da loro. Cosa avrei scelto? Beh, non fu una mia decisione. Mia mamma Fiorella era il capo. E lo è ancora. Ed è piuttosto attaccata ai suoi figli. Come tutte le mamme italiane, era un po’ iperprotettiva. Non voleva che lasciassi casa per timore che potesse accadermi qualcosa. Disse di no e quella fu la fine. Il mio primo trasferimento fu negato dal capo». Racconta il numero 10: «Fu difficile dire no al Milan. Avrebbe significato molti soldi per la nostra famiglia. Ma mia madre mi insegnò una lezione quel giorno. Casa è la cosa più importante nella vita. Poche settimane dopo la Roma mi fece un'offerta. Avrei indossato il giallorosso».
Adesso Totti è diventato il simbolo di un’intera città, amato ed osannato dal suo popolo: «Per 39 anni, Roma è stata casa mia. Per 25 anni come calciatore, Roma è stata casa mia. Roma, per me, è il mondo. Questo club, questa città, sono state la mia vita. Sempre. L'amore per questi colori è partito da mio nonno Gianluca. Purtroppo non sono riuscito a conoscerlo, ma lui ha tramandato la sua passione a mio padre che dopo l'ha trasmessa a mio fratello e me. La Roma era più di una squadra di calcio. Era parte della nostra famiglia, del nostro sangue, delle nostre anime. Per la mia famiglia. Per 25 anni il privilegio non è mai cambiato. O vincendo lo scudetto o giocando in Champions League, spero di aver rappresentato e portato i colori di Roma più in alto che potessi. Spero di avervi reso orgogliosi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico