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Un mittente largo (i tifosi) per arrivare a due destinatari precisi (il vertice della Federazione Italiana Giuoco Calcio, mai citata ma percepibile, e i detrattori vari: addetti ai lavori, politici vari, colleghi). Mancini spiega la sua scelta con un lungo post che inizia così: cari tifosi. Dentro, tante parole e un paio di colpi di tacco simili a stilettate accompagnate dalle foto (in azzurro, con il Bologna, alla Samp insieme a Gianluca Vialli) per chiarire i contorni della sua scelta. Carezze e pugni. «Voglio ringraziare tutti voi per il grande sostegno e la vera amicizia dimostratami da sempre - scrive Roberto Mancini, ex ct dell'Italia e nei commissario tecnico dell'Arabia Saudita - ed in particolare in questi ultimi giorni e ore frenetiche, che mi hanno visto non in panchina ma al “centro campo”. Le vostre testimonianze di affetto e di stima sono tutte contenute in parole importanti, vere e sincere come “ricordati che sei il gol di tacco”, “l’uomo della vittoria extra time”, “non ti sei mai arreso, fino all’ultimo secondo”, ”sei l’abbraccio dell’amicizia”. Ecco, le ho messe tutte in valigia e mi accompagneranno e mi ispireranno nell’affrontare le nuove sfide che mi aspettano».
L'attacco
Poi, il cuore del discorso con un attacco preciso a certe notizie di stampa: «Tanti di voi mi hanno chiesto del perché della mia uscita dalla Nazionale e delle tempistiche del nuovo ingaggio.
La stilettata
Infine, quella che appare una stilettata ben precisa al suo vecchio datore di lavoro (la Figc) e a quanti hanno parlato di una scelta dettata dal maxi ingaggio garantito dagli arabi. «Nella mia vita - scrive Mancini - il calcio è sempre stato tutto per me, fin da quando ero poco più di un bambino, nei campi sterrati, a tredici anni, sempre e solo a sfidare un pallone. E a questa vita, per me l’unica, ho sempre associato parole fondanti come sacrificio, lavoro, merito e fiducia. Sì, fiducia. Perché ricevere la piena fiducia, con l’autonomia che ne consegue, è sempre stato il mio primo criterio di scelta nella relazione sia umana che professionale. Perché dove non c’è fiducia, non c’è calcio, ne’ vittoria e ne’ futuro. Conto su di voi e sul vostro sostegno, di cuore e di pancia, come solo un vero tifoso conosce».
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