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È targata scherma (e forse non a caso, dato che da sempre rappresenta la disciplina olimpionica più prolifica per i medaglieri italiani) il primo metallo azzurro alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che battezza il primo giorno subito con un argento grazie alla quasi-impresa di Luigi Samele, schermidore foggiano tesserato Fiamme Gialle.
Il 34enne pugliese ha ceduto il passo solo in finale e solo davanti al più grande, quell'Áron Szilágyi già campione 9 anni fa a Londra 2012 cosi come 5 anni fa a Rio 2016.
A fine partita ha parlato il pugliese, un po' amareggiato ma comunque felice del risultato complessivo: «Il secondo posto è meglio di terzo, peccato perché sono ancora arrabbiato. Deve ancora passarmi l'incazzatura per la sconfitta ma se mi avessero detto ieri che avrei vinto la medaglia d'argento avrei firmato. Ma sono felice, anche se non riesco ancora a realizzare. Mi faccio un bellissimo regalo di compleanno», evento che festeggerà domani in compagnia di chi gli è stato affianco in questa avventura e in compagnia di una medaglia al collo. Poi chiude scherzando: «Sarò nella storia della scherma, ma buon terrone mi sta ancora bollendo il sangue».
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