Florenzi: «Abbiamo scalato vetta importante, ma ora c'è l'Everest»

Alessandro Florenzi
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MONTPELLIER - Alessandro Florenzi è il sostituto di tutti, quindi il titolare. Sempre. Il destino dei tutto-fare, un po' qua e un po' là. Manca un terzino? Ecco Florenzi. Non c'è un'ala? Tocca a lui. Contro la Germania, Alessandro sarà ancora titolare: la voglia di sorprendere è sempre la stessa. Solo così l'Italia può sperare di non tornare a casa dopo il quarto di finale di Bordeaux, previsto per sabato sera, ore 21. Il romanista si presenta in sala stampa insieme con Immobile e Insigne. Come si motiva la squadra. «Alcune partite non c'è bisogno di motivarle. Il confronto con la Germania va da solo, è una sfida che parla per sé». Le assenze condizionano: «Chi si aggrappa a certe cose è un perdente. Pensare a chi non ci sarà, guardare la Germania e sottolineare che si riposeranno un giorno in più, non sono altro che scusanti dei perdenti. Dalle disavventure bisogna prendere forza non abbattersi, perché uniti si può fare qualcosa di importante. Abbiamo scalate vette altissime, ma ora c'è l'Everest».


Gomez ha detto vinciamo noi: «Lui può dire quello che vuole, è anche giusto così. La Germania si sente sicura ed è una squadra forte, poi sarà il campo a decidere». Cose da invidiare alla Germania: «Da invidiare nulla. Ma la Germania è campione del mondo ed è in fiducia. Noi ci stiamo arrivando con il lavoro, siamo convinti di giocare una grande sfida, ci rendiamo conto che non sarà facile. Vogliamo l'impresa per noi e per tutti quelli che stanno lavorando con noi. Poi c'è tanta gente che ci segue e ci proveremo pure per dare soddisfazione ai nostri tifosi».


Modello Conte: «Lui ha portato in due anni il suo bagaglio tecnico e la sua personalità che aveva in campo. Abbiamo lavorato tanto per assecondarlo, a volte ci siamo riusciti a volte no. Fa piacere giocare così: quando hai la palla, sai che, anche avendo gli occhi chiusi, dove trovare un compagno libero. Stiamo preparando bene la prossima partita, proviamo a pescare lacune della Germania, ma non sono tante». Giocatori tifosi: «Sì è così. Quando l'Italia fa go i primi a esultare sono quelli che stanno in panchina. Siamo attaccati alla maglia, vogliamo far del bene alla Nazionale e per questo siamo "calciatori tifosi"». Il ruolo: «Mi trovo a mio agio sulla destra, come esterno dei cinque. Riesco a mettere la qualità che ho, riesco a dare a una mano ai compagni, la cosa più importante in questo momento».
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Corriere Adriatico