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PORTO SAN GIORGIO - Il performer teatrale e storyteller Cesare Catà è pronto a raccontare 16 storie a partire dalle lezioni-spettacolo su Shakespeare fatte sulla spiaggia di Porto San Giorgio.
Il Bardo
Ieri è andato in scena il secondo dei quattro spettacoli previsti sull'arenile e il meteo, che nella prima domenica aveva guastato la festa, è stato clemente. Un autore, il Bardo, che non smette mai di piacere.
«Piace a tutti – spiega Catà – è universale, parla dei sentimenti umani. E la critica trova sempre il modo di leggerlo tirando fuori spunti nuovi». Tempo fa il performer sangiorgese aveva scritto un saggio, dal titolo “Chiedilo a Shakespeare”. Solo che questo testo non è rimasto sulle rive sangiorgesi dell’Adriatico, ma ha navigato fino a raggiungere l’oriente.
Il format
Finite le date sulla spiaggia, Catà girerà tanto in tutta la regione. «In totale – spiega - saranno circa 50 date per 16 spettacoli diversi, anche sulle leggende sui Sibillini, tra Numana, Senigallia e tante altre località». Nato a teatro, il format delle lezioni spettacolo ne è poi uscito. «Il pubblico – ricorda Catà - era seduto sul palcoscenico, insieme a noi. Poi in platea, poi abbiamo scovato altri luoghi, come la spiaggia, uno dei posti abituali dove la gente sta insieme». È un po’ questo il senso di parlare di Shakespeare e di altri autori fuori dal teatro. «La platea è italica – dice – un teatro di questo tipo lo facevano gli aedi prima e il teatro elisabettiano poi. Ecco noi abbiamo avuto questa idea di riportare gli aedi nelle Marche. L’unicità e lo spirito dei luoghi dove andiamo fanno la magia: come il mare di Numana o la montagna di Smerillo, o ancora la spiaggia di Porto San Giorgio. Questi e altri sono luoghi di ispirazione, posti speciali». Format e luoghi, insieme, fanno amare le storie e magari anche la letteratura, avvicinando chi, eventualmente, non ne è tanto vicino.
Le storie
Un aspetto, questo, che per Catà è collaterale: «Noi - afferma - vogliamo raccontare le storie, ma non con il semplice scopo, fine a sé stesso, della narrazione. Vogliamo stare insieme attorno alle storie, poi è chiaro, ad esempio, che Shakespeare fatto sulla spiaggia arriva in modo diverso». E il pubblico lo sa, può attendersi anche sorprese. Come l’apertura di Macchini nel primo appuntamento o, aggiunge il performer, «il mix tra il teatro di narrazione con un po’ di dialetto e stand up comedy. Amo tutte le mie storie, perché amo il testo, altrimenti non ce la farei. Leggo le parole in lingua originale e devo anche dire grazie ai miei maestri: Musati, Leoni, Mignini». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico