Il tenore Juan Diego Flórez per il gran finale del Rof con il Gala Rossini, assisterà allo spettacolo il Presidente della Repubblica Mattarella

Juan Diego Flórez, tenore peruviano di fama internazionale
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PESARO - Tutto è pronto per il gran finale del Rof di quest’anno, affidato al “Gala Rossini” di domenica (Piazza del Popolo, ore 20,30, in caso di maltempo alla Vitrifrigo Arena), che festeggia i 25 anni di presenza del tenore Juan Diego Flórez al festival di Rossini. La città e il suo festival lo hanno accolto sulle ali della musica e del belcanto sin dall’esordio pesarese nell’ormai lontano 1996 con l’opera “Matilde di Shabran”, e nell’occasione si scoprì un nuovo astro tenorile per il cigno di Pesaro.

 

Da allora, con brillante e assidua continuità, è stato nel suo registro la stella fissa della manifestazione, contrassegnando di sé nel corso delle stagioni liriche più titoli d’opera del grande Gioachino.


Il belcantista di rango
Flórez è belcantista di rango, sia nel senso “classico” della vocalità di stampo barocco che contraddistingue il melodramma dalle origini sino a Rossini, sia nell’espressività ancora largamente belcantistica che caratterizza il melodramma cosiddetto “protoromantico” (Bellini, Donizetti). Il nostro tenore in questi anni ha seguito questo percorso, cimentandosi in anni recenti anche con Verdi. Nel programma tutto rossiniano (“noblesse - del Rof - oblige”) che contraddistingue la serata il “festeggiato” è affiancato nell’esecuzione dei brani da illustri colleghi, che hanno dato vita alla rassegna operistica di quest’anno: Eleonora Buratto, Marina Monzò, Marta Pluda, Pietro Spagnoli, Sergey Romanovsky, Giorgio Caoduro, Jack Swanson, Matteo Roma, Manuel Amati, Nicolò Donini. L’accompagnamento musicale è affidato al maestro Michele Spotti alla guida dell’Orchestra sinfonica nazionale della Rai e del Coro del Teatro Ventidio Basso. 


Il super ospite


Il parterre, nell’occasione, è “de roi”: al concerto infatti assisterà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E siamo certi che la conclusione del concerto sarà all’insegna dell’“estasi, tripudio, gloria solare” (per dirla con Puccini), dopo l’ascolto del finale del “Guglielmo Tell”, che si produce su un motivo luminoso, su un’ebbrezza ascensionale che è acquisizione progressiva di luce, di gioia, di libertà. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico