I trionfatori della Kalush Orchestra: «L'anno prossimo Eurovision in un'Ucraina nuova e integrata»

Una vittoria annunciata, faccia biforcuta dello stesso successo. Da una parte, il brano STEFANIA (Kalush Orchestra)- mix di rap, folk, pop - e la performance piacciono....

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Una vittoria annunciata, faccia biforcuta dello stesso successo. Da una parte, il brano STEFANIA (Kalush Orchestra)- mix di rap, folk, pop - e la performance piacciono. Dall’altra, l'inevitabile compartecipazione per la situazione politica che stanno vivendo ha fatto il suo. Così i Kalush Orchestra vincono la 66esima edizione dell’Eurovision Song Contest.

 

«Cercheremo per l’anno prossimo di ospitare l’Eurovision in una Ucraina, nuova e integrata», dice ai giornalisti il rapper della band, Oleh Psjuk durante la conferenza di rito post premiazione.  «Voglio dire grazie a tutti e a tutte le nazioni che ci hanno votato. In questo momento, ogni vittoria nel nostro paese è molto importante. Anche la cultura e la musica ucraina sono state attaccate».

 

I proventi ad un'associazione umanitaria

 

I Kalush Orchestra -  i cui «proventi netti» del brano “STEFANIA (Kalush Orchestra)” saranno donati, come da comunicato, da Sony Music Entertainment «a un’associazione umanitaria scelta dalla band», stasera saranno da Fabio Fazio a “Che tempo che fa” (Rai3). «Abbiamo un permesso speciale di ancora due giorni. Poi torneremo in Ucraina. Non sappiamo cosa faremo. Siamo pronti a combattere e andare avanti fino alla fine. La nostra gente è bloccata dai russi. Abbiamo bisogno di liberarla. Siamo dalla loro parte. Importante che anche voi facciate informazione. Da questo palco può arrivare molto anche ai vostri governanti. Dovete capire che grande problema l’Ucraina sta attraversando».

 

I Kalush Orchestra avevano rischiato la squalifica

 

L’appello sul palco era costato loro il rischio della squalifica (che l’executive superviser e il producer ESC non hanno poi «preso in considerazione»): «Vi chiedo di aiutare l’Ucraina, Mariupol e di aiutare Azovstal adesso» recitava l’appello. L’Eurovision, nella sua “natura apolitica”, vieta per regolamento un qualsiasi messaggio riconducibile a un possibile contrario. «Se il prezzo di questo appello fosse stato la squalifica lo avremmo pagato», ribatte Oleh. «Zelinsky non lo abbiamo sentito ancora - continua -  È impegnato in cose più importanti per ora».

 

Il presidente ucraino prima della loro esibizione aveva pubblicato un video su Telegram per sostenerli: ”Europa vota i Kalush Orchestra di Kiev”. Per poi tornare a farsi sentire a notte fonda, dopo la vittoria, su Instagram: “Il nostro coraggio impressiona il mondo. La nostra musica conquista l’Europa. L’anno prossimo l’Ucraina ospiterà l’Eurovision. Per la terza volta nella storia, e credo non per l’ultima volta. Faremo di tutto per ospitarvi a Mariupol, libera, tranquilla, restaurata”. E chiude: “Certo, il nostro accordo vincente nella battaglia con il nemico non è lontano. Gloria all’Ucraina”.

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Corriere Adriatico