GROTTAMMARE - Enzo Iacchetti parla del suo “Non è un libro” che, questa è la prima novità, non è in vendita nelle edicole e da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GROTTAMMARE - Enzo Iacchetti parla del suo “Non è un libro” che, questa è la prima novità, non è in vendita nelle edicole e da nessun’altra parte. «È un non libro che non sarà in vendita e uscirà insieme a me nelle piazze italiane con l’egida della Croce Rossa – ha affermato l’attore – Sarà distribuito da me stesso a uno a mille euro secondo le proprie risorse: compreremo una ambulanza e la regaleremo a chi ne avrà più bisogno».
In realtà non è un libro ma una raccolta di pensieri scritti e riassunti, nello stile di sintesi dell’autore, dal 20 febbraio 2020 al 21 marzo 2021. «È una raccolta di pensieri: per questo è intitolato “Non è un libro” per rispetto agli scrittori che scrivono libri – ha confermato Iacchetti – È pieno di cose comiche, arrabbiate, sui primi sei mesi del lockdown: finisco i miei pensieri il 21 marzo e di lì in avanti il mio cervello non dedica più pensiero a questo disastro socio politico scientifico culturale come lo chiamo io, a questa rivolta della natura contro tutto ciò che di male gli abbiamo fatto, pensando alle ambulanze che mi facevano una terribile compagnia di sera a Milano mentre portavano i poveri disperati agli ospedali; ho pensato faccio questa cosa, e lo porterò io stesso nelle piazze italiane che la Croce Rossa riuscirà a organizzare fra luglio e agosto: nelle Marche saremo sicuramente a Grottammare e forse anche a San Benedetto del Tronto, località cui sono legato da tanto affetto perché ci sono stato in vacanza».
Iacchetti, come tutti, soffre molto la clausura imposta dall’arrivo del maledetto virus che ha cambiato e sta cambiando le sorti del mondo. «Stavo facendo una tournèe teatrale con Tino Quartullo ma abbiamo interrotto, come tutti quanti, e abbiamo saltato le 60 date che ci toccavano ancora – ha ricordato – Sono rimasto in casa con il mio cane Lucino di nove anni, che nel libro viene chiamato il “canino”, fino al punto di parlargli e lui che mi rispondeva con cose intelligenti, figurarsi come ero messo: ho evitato la depressione più totale; ho buttato giù parole a fiumi finché ho pensato che era peccato anche tenerle solo per me, di un attore e comico un po’ incazzato».
In questo non libro Iacchetti ne ha anche per i vertici sia politici che scientifici. «Il potere delle industrie farmaceutiche, che con i loro bugiardini ci avvertono che si potrebbe anche morire, è frutto di una disinformazione sull’avvento dell’epidemia in generale – ha sottolineato –.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico