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FABRIANO - Riapre a Fabriano il Museo dei mestieri in bicicletta. La nuova apertura prevista da questa mattina accoglierà all’interno della nuova sede in via della Ceramica (precedentemente e prima del trasferimento a Gubbio la sede museale si trovava lungo via Gioberti) una esposizione in grado di unire passione e ingegno.
La passione
Il museo, nella sua prima versione, nasce qualche anno fa grazie all’enorme passione di Luciano Pellegrini per le due ruote e la meccanica che lo portarono a ricercare e a scovare in oltre 40 anni di passione quelli che sarebbero poi diventati gli elementi di una mostra unica nel suo genere. La raccolta si compone di circa 50 biciclette, molti i mestieri rappresentati all’interno dell’esposizione di via della ceramica.
I piccoli artigiani
Un mondo solo apparentemente “antico” perché fatto di piccoli artigiani, ambulanti e professionisti che per esigenza lavorative saltavano in sella alla loro due ruote ed andavano di comune in comune con le proprie biciclette esplorando le vie dei centri abitati per mettere a disposizione i propri servizi. Alla collezione di Pellegrini si unisce quella di Valentino Agostinelli che aveva già esposto in passato i suoi modelli nella mostra “Biciclette dal passato”. Esprime soddisfazione l’assessore al turismo della città della carta Andrea Giombi: «Come amministrazione abbiamo voluto a tutti i costi riattivare questa esposizione – commenta – il museo oltre a raccogliere tanti mestieri in bicicletta racconterà anche l’evoluzione tecnica delle due ruote nel corso degli anni. Per quanto riguarda la promozione del museo ci impegneremo affinché possa entrare a pieno titolo all’interno della proposta museale cittadina. Per il futuro valuteremo poi una serie di azioni per spingere ulteriormente questo museo».
Il simbolo
La bicicletta è uno dei simboli dell’innovazione e della voglia imprenditoriale dell’essere umane, che nasce in Francia nel 1791, ma è solo nel 1884 – dopo vari aggiustamenti tecnici – che prende la forma che noi oggi conosciamo, con le due ruote di uguali dimensioni e trasmissione a catena sulla ruota posteriore. Agli inizi del secolo scorso diviene un bene comune e un mezzo di locomozione, durante la prima guerra mondiale, la bicicletta viene utilizzata dai bersaglieri, ma è soprattutto tra i ceti medi e più poveri che trova diffusione come principale mezzo di spostamento fino al 1960, prima del boom economico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico