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I video
«Questa attività – racconta – è nata un po’ per caso mentre ero con la mia fidanzata. Fatto qualche video l’ho mostrato ai miei amici, ridevano, poi ho visto che diventavano virali e dà lì è cominciato tutto». La notorietà è arrivata con un video/monologo in cui ha doppiato Mick Jagger. «Prima di lui – ricorda Celenza – avevo realizzato un video su Keith Richards, che diventava virale.
I soggetti
«Ne ho fatti talmente tanti di personaggi – dice Celenza – che avrei proprio difficoltà a decidere dove tornare a “colpire”. Molti mi mandano e segnalano video, quindi vado un po’ “a caso”, di materiale ce n’è tanto. Prima c’era la gioia di voler fare tutti i personaggi senza lasciarne indietro neanche uno, ma dopo 7 o 8 anni, come dicevo, con le app che sono uscite, si è rivelato il meccanismo. Prima facevo questi video di doppiaggio per rottura, oggi questa rottura non c’è più». L’ultimo video realizzato, in ordine di tempo, è una clip da uno dei tanti episodi della serie televisiva “La signora in giallo”, ma nei soggetti ci sono anche il Dalai Lama, Keith Richards, e l’esame di italiano di Suarez, o ancora dei doppiaggi di Ibrahimovic e Lukaku, Matteo Salvini, e persino uno dei Maneskin. Se gli chiedete chi non ha ancora doppiato, ma invece vorrebbe, lui vi risponderà che «forse vorrei doppiare uno sconosciuto, sarebbe interessante dopo due o tre anni passati a fare i famosi tra politici con Propaganda Live e musicisti. Ce ne sono anche di famosissimi, che ho provato a fare, ma non ho mai pubblicato perché non sono venuti come avrei voluto. Forse, un giorno, potrei doppiare il prossimo papa». A Montelupone farà dei doppiaggi live, e presenterà anche qualche inedito mai visto o ascoltato prima, senza perdere la comicità che lo contraddistingue. Facile o difficile divertire ed essere comico con i video, Celenza trova che invece sia proprio difficile «ridere in generale perché sempre un esercizio trovare qualcosa per far ridere: devi osservare tè stesso e ridere, e questo è sempre più difficile, ma lo fanno tutti i comici e gli artisti. La difficoltà però sta nel fatto che la comicità si evolve, e poi, in questi anni di pandemia, ridere è stato davvero complicato».
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Corriere Adriatico