La Pinacoteca Podesti di Ancona svela i suoi tesori tra cui il capolavoro del Crivelli

Da sinistra Stefano Zuffi, Antonio Luccarini e Michele Luminari
ANCONA - Sull'onda della riapertura dei musei in Italia, la...

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ANCONA - Sull'onda della riapertura dei musei in Italia, la Pinacoteca civica Podesti di Ancona ha di nuovo spalancato i suoi portoni. E ieri ha inaugurato una mostra dedicata a Bruno d'Arcevia, curata da Antonio Luccarini. L'occasione ha dato il destro all'assessore alla Cultura Paolo Marasca per illustrare lo stato d'avanzamento dei lavori di maquillage. Interessano il piano a livello di via Pizzecolli: davanti alle transenne che celano alla vista il cantiere, Marasca ha assicurato che entro la fine dell'estate la Pinacoteca potrà avvalersi della nuova biglietteria, con il book-shop, accanto a una sala espositiva di nuovo agibile e alla sala delle conferenze. Questa sarà adattabile a varie funzioni: incontri, conferenze, mostre temporanee. Sarà così ripristinato l'antico ingresso della Pinacoteca, sul bel chiostro, da sempre atrio di accoglienza dei visitatori, e per troppo tempo precluso. «E poi, su indicazione del nuovo responsabile artistico della collezione, il professor Stefano Zuffi, a giorni si terrà un incontro con l'architetto Mauro Tarsetti, autore, con l'architetto Massimo Di Matteo, del progetto originario di allestimento. Un progetto che, purtroppo, non è mai stato attuato interamente. Nel 2016, dopo l'ampliamento della sede all'edificio adiacente, c'era fretta di riaprire la Pinacoteca». «Va rivisto, per dargli un'impostazione museologica», precisa Stefano Zuffi. Ma intanto, sottostando alle regole di distanziamento, la Pinacoteca riapre con un percorso provvisorio. Prosegue: «Giocoforza, l'abbiamo semplificato, senza banalizzarlo, per dare accesso a venti visitatori per volta, in piena sicurezza. E abbiamo intanto dato diverso rilievo a un capolavoro, autentica pietra miliare della collezione: la Madonna col Bambino di Carlo Crivelli. Poi, metteremo mano a un itinerario che agevoli la fruizione delle opere, e insieme valorizzi le caratteristiche architettoniche di Palazzo Bosdari». E per dar seguito a questo suo principio, il responsabile artistico ha suggerito la collocazione della mostra temporanea di Bruno d'Arcevia, oltre che al quarto piano, in tre sale dell'esposizione permanente. E mentre i dipinti dei primi anni '70 sono collocati al centro dell'ala degli artisti contemporanei, in dialogo con Cagli, Mannucci e Cucchi, quelli posteriori, più caratterizzati da un neo manierismo, interpretato in maniera molto originale, sono esposti, per analogia e per contrasto, nelle sale del Maratti, del Guercino e del Lilli. Ottimo effetto scenografico, e insieme rimando evidente a iconografia e suggestioni dal passato, che Bruno d'Arcevia ha metabolizzato in una pittura autorevole, ironica, metaforica. La mostra, promossa dalla Regione Marche, ha quindi trovato la sua collocazione migliore. E documenta, tra l'altro, con un video, gli affreschi realizzati dal pittore di Arcevia per la ricostruita cattedrale di Noto. Nel settimo anniversario della morte di Dante, l'anno della Pinacoteca di chiuderà, poi, con una mostra dedicata al sommo Poeta, con opere a soggetto dantesco, recuperate dal deposito.

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Corriere Adriatico