La stagione lirica di Ancona al via a fine settembre con “Il flauto magico” e “La tragédie de Carmen”

La stagione lirica di Ancona al via a fine settembre con “Il flauto magico” e “La tragédie de Carmen”, due opere del repertorio europeo
ANCONA - Al Teatro delle Muse di Ancona si torna a parlare di lirica. La stagione che prende il via a fine settembre propone ancora una volta due titoli: “Il flauto...

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ANCONA - Al Teatro delle Muse di Ancona si torna a parlare di lirica. La stagione che prende il via a fine settembre propone ancora una volta due titoli: “Il flauto magico” (Die Zauberflöte) di Mozart e “La tragédie de Carmen”, un lavoro teatrale (primi anni ’80) adattato dall’opera omonima di Bizet dal geniale regista Peter Brook, in collaborazione con il musicista Marius Constant e lo scrittore- sceneggiatore Jean-Claude Carrière. 

 
Il capolavoro mozartiano


L’opera mozartiana va in scena venerdì 29 settembre (ore 20,30) con replica domenica 1 ottobre (ore 16,30); la novità bizetiana è in cartellone per venerdì 13 ottobre (ore 20.30) con replica domenica 15 (ore 16,30). Nonostante la siderale diversità degli argomenti, c’è comunque un non trascurabile elemento comune che contraddistingue i due lavori, il primo dei quali si riconduce al genere del “Singspiel”, il secondo (con riferimento segnatamente a Bizet) a quello dell’opéra-comique: esso è dettato dalla presenza di parti cantate e di parti recitate. Per “Il flauto”, lo splendido canto del cigno per il teatro d’opera di Wolfgang Amadeus, frutto della collaborazione con l’intraprendente Emanuel Schikaneder, autore dello straordinario libretto, lui stesso attore egregio e cantante, nonché impresario, sodale artistico di Mozart per altre precedenti, ma soprattutto per questa incantevole messinscena, si parla appunto di Singspiel viennese. E dove le forze positive si contrappongono vittoriosamente alle forze negative: quelle che i due protagonisti, Tamino e Pamina, riusciranno a sconfiggere con difficoltoso itinerario verso il Regno della Luce.

Nell’adattamento da Bizet, Brook (pur anche geniale regista d’opera) accantona la componente folcloristico-ambientale del melodramma di riferimento per accentrarsi segnatamente sulla dimensione tragica. Con l’ausilio di Constant e del suo lavoro di arrangiamento della partitura da quattro atti in atto unico, per orchestra da camera di 15/16 elementi, e con la rivisitazione al pari del romanziere e sceneggiatore Carrière del materiale originario della novella di Merimée, l’autore racconta una storia che conserva le arie celebri dell’opera ma che può essere riferita a epoche e ambientazioni diverse, sui temi di fondo dell’amore e del desiderio, del tradimento e della libertà.

L’opera di Mozart è affidata a un cast di giovani voci che con la garanzia del direttore artistico Vincenzo De Vivo è sulla carta di sicura affidabilità. Altrettanto può dirsi per il secondo allestimento, dove in particolare la voce di Carmen è quella del mezzosoprano Martiniana Antonie, che il pubblico delle Muse ricorda quale vivace Cenerentola rossiniana nella stagione lirica del 2018. Sul podio della stessa Orchestra Sinfonica “Gioachino Rossini” siede per la prima proposta il direttore italiano Giuseppe Montesano, per l’altra la direttrice argentina Natalia Salinas. 


Le due guide


Sono previste due guide all’opera al Ridotto, rispettivamente domenica 24 settembre e domenica 11 ottobre (inizio alle ore 11). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico