Lina e Simonetta, madre e figlia in cattedra "Certo che hai la testa proprio dura"

Lina e Simonetta, madre e figlia in cattedra "Certo che hai la testa proprio dura"
Insegnanti entrambe, Lina mamma aquilana e Simonetta, anconetana purosangue: la madre di Lettere, la figlia di Matematica. Eppure la prima ha un atteggiamento positivista da...

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Insegnanti entrambe, Lina mamma aquilana e Simonetta, anconetana purosangue: la madre di Lettere, la figlia di Matematica. Eppure la prima ha un atteggiamento positivista da pensiero scientifico; la seconda, una creatività da umanista. Contraddittorie? Forse, ma incantevoli entrambe, ottimiste e capaci di spargere ottimismo.

Lina Bonanni è nata a L’Aquila 79 anni fa. Laureata in lettere moderne all’Università dell’Aquila, è stata insegnante di Italiano alle Medie per quarant’anni. È in pensione da 18 anni. Ha due figli, Simonetta e Francesco. Vive ad Ancona da quando aveva 25 anni.
Simonetta Cotellessa è nata ad Ancona 51 anni fa. Laureata alla Facoltà di Economia e Commercio di Ancona, per poco più di ventidue anni ha fatto la giornalista. Sposata con un bolognese, due figli, da quasi sette anni vive a Milano dove attualmente insegna matematica in un istituto Superiore.

1. Un momento di tranquillità: come?
Madre: Quando tutti ripartono e resto con mio marito. Poi figli e nipoti cominciano nuovamente a mancarmi e aspetto il giorno in cui ritorneranno: quello è un giorno felice.
Figlia: A passeggio la sera. Mi rilassa camminare in una città, magari quando è più deserta. La tranquillità è non doversi organizzare per farci entrare tutto.

2. Il primo pensiero al mattino?
M.: Faccio la rassegna della giornata: questo mi piace, quello no. Così mi rassegno anche a fare ciò che eviterei volentieri.
F.: Mi sveglio convinta che sarà una bella giornata, tanto ho sempre il tempo per ricredermi. I miei figli sanno che devono svegliarsi con il sorriso.

3. La sua dote migliore?
M.: È estroversa e ottimista, non si abbatte mai. Trova energie, non mi fa annoiare mai.
F.: La testardaggine. Non per niente è abruzzese, forte e gentile. Comunque è sempre la mia roccia: ho sempre saputo che ci sarebbe sempre stata a darmi una mano.

4. Il suo peggior difetto?
M.: L’incoscienza che le ha fatto fare scelte che io non avrei mai fatto. E che l’ha portata lontana da noi. E poi è confusionaria. O meglio, mi mette in confusione: lei fa centomila cose insieme, io una sola e fatta bene.
F.: La testardaggine. Quando decide una cosa è dura farle cambiare idea. Abbiamo preso le misure...

5. Dove con lei non andresti mai?
M.: Andrei ovunque, se capissi che ne ha bisogno.
F.: In qualche paese esotico. Ma mi divertirei, perché ci piacciono le stesse cose.

6. Il segreto della serenità?
M.: Essere contenti di quel che è stato fatto e di quel che si ha (anche se non sempre corrisponde alle aspettative).
F.: Tolti i fondamentali (salute e non avere problemi economici), bisognerebbe sognare e non prendersela troppo se non si riesce ad ottenere quello che si vuole.

7. Il sabato sera, meglio un libro in poltrona o una serata con gli amici?
M.: Una serata con gli amici! Ne abbiamo tanti con cui abbiamo condiviso tutto.
F.: Amici! Abbiamo cambiato varie città, (Ancona, Bologna, Roma, Milano), e conosciuto persone di tanti tipi, alcune eccezionali.

8. Tre desideri da esprimere al genio della Lampada?
M.: Salute, per tutti i miei. Poi, una vita serena ai quattro nipoti. E poi… vorrei tornare a Parigi. Ci sono stata una sola volta e c’era mio marito lì, studente e operaio per mantenersi. Vorrei tornarci con lui.
F.: La salute, certo. Poi, eviterei ai miei figli alcune sofferenze che dovranno affrontare. Infine girerei un paio di anni il mondo.

9. Cosa non è proprio tollerabile della società attuale? 
M.: L’assenza di regole e di ideali. Sono cresciuta in un periodo pieno di speranze ma anche di regole. Oggi vedo poche speranze e quasi nessuna regola. Sapere che i miei nipoti non abbiano le possibilità avute da noi mi fa arrabbiare, e molto

F.: L’assenza quasi palpabile di idee forti, di emozioni. E poi renderei obbligatoria l’informazione, con qualunque mezzo. Vuoi il cellulare? Devi leggere mezz’ora al giorno. Partita di calcio? Altra mezz’ora. Con quel che si sente in giro...



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Corriere Adriatico