Le donne e i top trend del web «Divorzio e assegno, la penso così»

Le donne e i top trend del web «Divorzio e assegno, la penso così»
Recentemente la Corte di Cassazione ha stabilito con una sentenza che, in caso di divorzio, l’assegno di mantenimento va stabilito facendo riferimento al criterio...

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Recentemente la Corte di Cassazione ha stabilito con una sentenza che, in caso di divorzio, l’assegno di mantenimento va stabilito facendo riferimento al criterio dell’indipendenza o autosufficienza economica e non al tenore di vita goduto nel corso delle nozze. Nel mirino, ovviamente, tanti divorzi famosi, combattuti a suon di milioni di euro. Finché una donna, una di quelle dall’assegno di mantenimento a sei zeri, decide di prendere parola, con una lettera scritta a Vanity Fair. 


Lei è Debora Roversi, prima moglie di Andrea Pirlo e la sua lettera in cui difende la legittimità del suo lauto assegno ha fatto il giro del web, suscitando non poche reazioni. «Le mie riflessioni non riguardano solo la mia vita ma anche quella di molte donne di ogni ceto sociale, che hanno donato la propria esistenza per la realizzazione dei sogni e dei progetti dell’uomo amato»: la Roversi inizia da qui. E da qui partono i commenti. Ad iniziare da Giulia, che invoca «un minuto di silenzio per tutte quelle donne che si ritrovano a divorziare da un marito nullatenente, per il quale fino alla fine si sono immolate. Ma senza fare la bella vita».

La discussione si sposta subito sul piano del ruolo femminile. C’è chi, come Martina, la accusa di essere una donna dalla mentalità arretrata: «Mia nonna di 95 anni è più emancipata di te, Debora!» e chi va subito sul pesante: «È ora di finirla di fare le sanguisughe e le cozze attaccate ai portafogli degli ex mariti. I giudici dovrebbero togliere l’assegno di mantenimento a tutte quelle donne che fanno le furbe e che possono benissimo lavorare. Non sta scritto da nessuna parte che gli ex mariti debbano continuare a mantenere le scansafatiche», sentenzia Elena. Il tono di molti commenti delle donne verso questa donna è principalmente questo, con qualche sporadico tentativo di difesa o, almeno, di empatia verso una donna che comunque, ha vissuto la fine di un matrimonio durato molti anni.


Ci prova Sara: «Può succedere a tutti di annullarsi per amore. È successo a lei, può succedere a me, a chiunque. E quando dopo esserti annullata per un uomo ti ritrovi davanti al fallimento più grande della tua vita, hai solo voglia di trovare qualcosa a cui aggrapparti, quel qualcosa che nella tua testa si trasforma in una qualsivoglia forma di risarcimento». Insomma, non una difesa della legittimità del mantenimento, quanto piuttosto una forma di comprensione verso una donna che ha sofferto. Questo assegno proprio non s’ha da dare: sembrerebbe questa la posizione predominante, delle donne in primis. In nome di una fierezza e indipendenza come donna e come moglie, in nome di un’autorealizzazione che sembra non conoscere compromessi. Almeno, non quello della famiglia.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico