Alluvione nelle Marche, l'urlo dei sindaci: «Fatti solo i lavori veloci del giorno dopo. Basta ritardi o rischiamo una nuova tragedia»

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Massimo Olivetti, sindaco di Senigallia: ««Da noi 147 famiglie tuttora fuori casa. Paura a ogni pioggia»

1«La sensazione di precarietà ogni volta che piove. Psicologicamente è un fardello che, come il dolore, difficilmente se ne andrà. Da un punto di vista strutturale abbiamo ancora il ponte della Chiusa a Vallone e il ponte Garibaldi, da sistemare».

2 «Abbiamo 147 famiglie sfollate. Alcune stanno attendendo di completare i lavori, altre una decisione della Protezione civile sulla possibilità di essere delocalizzate. Sono in contatto tutti i giorni con il vicecommissario Babini per sollecitarla. Inoltre, in alcuni locali colpiti dall’alluvione le aziende che li occupavano sono state sostituite da nuove».

3«Tutti i debiti fuori bilancio assunti dal Comune a seguito dell’alluvione (oltre 6 milioni di euro) ci sono stati regolarmente versati. Rimborsati anche gli importi che nei mesi scorsi abbiamo anticipato per coprire i contributi per autonoma sistemazione destinati alle famiglie sfollate. Ora stiamo attendendo i fondi necessari a riparare i beni comunali. In alcuni casi, come i ponti, invece, sono previsti direttamente interventi da parte di altri enti attuatori».

4 «Fino ad agosto abbiamo visto solo operazioni di somma urgenza che, di fatto, non hanno risolto il problema. Poi la decisione del vicecommissario di portare fuori dall’alveo il materiale depositato è stata una buona novità. Ora è necessario che, con gli studi affidati alle varie Università, si proceda celermente a creare vasche di laminazione, bacini di raccolta e canali scolmatori nonché a sistemare definitivamente gli argini del fiume, così da ridurre il rischio di esondazione purtroppo ancora presente».

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