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L’associazione
Nulla è andato perduto, ora è attiva l’associazione Archivio Loreno Sguanci attorno al progetto del Parco urbano di scultura.
Il fratello
È intervenuto anche il figlio gemello Luca, 50 anni, artista in equilibrio tra pittura e verità scientifica che ha ereditato la creatività di famiglia: «Il totem è chiaramente un ingombro alla visione prospettica che caratterizza la scultura in sé e il suo posizionamento urbano - fa notare Sguanci -, anche se credo che sia stato collocato davanti alla scultura di mio padre in buona fede. Ma un’operazione del genere non può non tenere conto della direttrice visiva da viale Marconi racchiusa nell’opera. Il logo in quella posizione lancia un messaggio equivoco, perché si vuole segnalare la presenza di una scultura, certamente importate per la Capitale, ma che non se la passa proprio bene anzi, al contrario, ha bisogno di restauro, sia l’originale nei magazzini del Comune sia la riproduzione. Quindi si mette in evidenza un aspetto negativo che non si addice al brand che dovrebbe valorizzare i beni culturali e i percorsi per gli ospiti di Pesaro 2024. Se ci fossero stati lavori in corso per sistemare la Porta avrei potuto capire la presenza del totem, ma anche in questo caso la sistemazione è ferma al palo da molto tempo».
La Porta a mare
La “Porta a mare” non è l’originale della scultura di Loreno Sguanci creata negli anni ‘70 per lo spazio pubblico di viale Trieste, ma una copia ricollocata il 28 ottobre 2013, due anni dopo la scomparsa dello scultore, perché la prima richiedeva lavori di restauro, mai effettuati dal Comune. La riproduzione è stata realizzata dalla cooperativa sociale T41b, che offre possibilità di lavoro a persone disabili, riportando proporzioni e misure del modello sotto la guida attenta del laboratorio di ebanesteria e falegnameria. Ma proprio quella ”solitudine” tanto necessaria attorno alla Porta, che dava il giusto respiro alla scultura, non è stata capita dai moderni ”arredatori” del lungomare.
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Corriere Adriatico