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SAN COSTANZO - Un cuore solo, un’anima sola. La comunità cittadina di San Costanzo si è ritrovata ieri mattina per celebrare l’omaggio alla memoria dell’insegnante Federica Frattesi nella cerimonia d’intitolazione della scuola primaria alla maestra amata da tutti.
«Una giornata storica – ha detto il sindaco Filippo Sorcinelli – perché andiamo a scolpire per sempre ciò che Federica ci ha lasciato con il suo esempio. Era lei stessa il sorriso al servizio degli altri e soprattutto dei più fragili.
Federica catechista e animatrice della parrocchia, un’anima solidale che si impegnava in prima persona con la protezione civile insieme al marito Marco Sonnante. Il prefetto Tommaso Riccardi ha espresso a nome dello Stato il riconoscimento per i valori sociali e professionali che l’insegnante ha trasmesso ai più piccoli: «Quello che si inaugura oggi - ha detto il prefetto - è un monumento di civiltà e di amore. Un amore altamente spirituale, lo dico da nonno e da papà, che vibra nel cuore grazie alle persone splendide come sono state Federica Frattesi e Martina Pagnetti (l’ex assessora morta a 31 anni, ndr) alla quale è stata intitolata la palestra».
Commosso il ricordo di tutte le autorità, a cominciare da Alessandra Belloni dell’ufficio scolastico provinciale al pensiero di Federica Frattesi scomparsa nel 2020 per una malattia a 48 anni. «E’ come se la conoscessi da sempre perché aveva la capacità di insegnare con leggerezza con una testimonianza silenziosa, laboriosa e quotidiana, in un mondo pieno di fracasso». È stato letto il messaggio istituzionale del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi («Figura esemplare, esprimiamo riconoscenza e profonda stima per l’impegno sociale profuso da Frattesi»). La dirigente Anna Maria Landini dell’Istituto Fermi ha aggiunto: «Federica aveva scelto la chiave magica del sorriso per fare della scuola una realtà di inclusione e accoglienza».
E infine il saluto del marito Marco che ha ringraziato il consiglio comunale: «Sapeva entrare nel cuore della gente e tendeva sempre la mano in aiuto. Il ricordo ha bisogno di un luogo fisico per non perdere la memoria delle persone care e oggi questa scuola potrà conservare le parole e il sorriso di Federica. Qui dove crescono gli alunni che lei chiamava “i miei cuoricini”. Federica si trova là dove i girasoli non appassiranno mai». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico