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FANO Qualità dell’aria a Fano: come siamo messi? Se lo chiede un professionista che ha trascorso tutta la sua attività lavorativa all’Arpam, l’ente addetto alle misurazioni, l’ingegner Luciano Benini di Bene Comune. La risposta è “male”.
Nessuna sorpresa
«E non potrebbe che essere così – afferma Benini - perché negli ultimi 20 anni non si è fatto granché per ridurre le fonti che emettono micro particolato ed altri inquinanti pericolosi». Per il tecnico, nel settore dei trasporti, che è la principale fonte responsabile delle emissioni di inquinanti, si è fatto molto poco: Fano non ha ancora una rete di piste ciclabili ben collegata e segnalata, il trasporto pubblico è poco utilizzato e poco incentivato, la possibilità di telelavoro è ancora marginale, la digitalizzazione è ancora limitata per cui si fa ancora un grande uso dell’auto privata con motore a combustibili fossili, essendo le auto elettriche ancora poco utilizzate.
I dati dall'inizio dell'anno
Dall’inizio dell’anno al 23 febbraio scorso i valori medi di Pm10 e Pm 2.5 sono stati rispettivamente 40,3 μg/mc (con 15 superamenti di 50 μg/mc che a fine anno non dovranno essere più di 35) e 32,5 μg/mc che a fine anno dovrà risultare sotto i 20 μg/mc.
La portata
Se pensiamo che in Italia, ogni anno, a causa della cattiva qualità dell’aria, ci sono da 80 a 90 mila morti, capiamo bene come questo problema sia quantomai da affrontare, essendo Fano proprio al limite Sud di quella pianura padana che per qualità dell’aria è fra le 3 peggiori zone al mondo. Nel mese di febbraio valori oltre i 50 μg/mc per quanto riguarda le Pm 10 si sono evidenziati il 2 e 3 febbraio, il 10 e il 17, il 18 e il 19. Domenica 18 febbraio la centralina di via Montegrappa ha rilevato il picco più alto, pari a 88 μg/mc.
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Corriere Adriatico