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PESARO - L’aspetto confortante della notizia è che al pronto soccorso di Marche Nord lavorano ottime professionalità, quello negativo strettamente connesso è che continua la fuga dei medici dall’azienda ospedaliera e le difficoltà operative per la carenza di professionisti della medicina di urgenza sono destinate ad aumentare a danno potenzialmente della qualità delle prestazioni e delle esigenze di salute dei cittadini utenti. Un effetto possibile a breve, come portato della gestione aziendale del caso Gnudi, è il trasferimento in blocco di medici di Marche Nord al pronto soccorso dell’ospedale di Riccione per ricreare lì il gruppo di lavoro di Pesaro.
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Infatti, due giorni fa si sono svolte le prove del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di professionisti di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza che l’Ausl di Romagna aveva bandito a marzo e 7 degli 8 candidati specializzati che le hanno sostenute provengono da Marche Nord (attualmente in servizio o dimessisi di recente). Tutti hanno superato a pie’ pari i test (scritto, pratico e orale) e già ieri hanno ricevuto l’offerta di assunzione dall’Ausl della Romagna a riprova della “fame” di medici di pronto soccorso. Tra questi professionisti c’è anche Umberto Gnudi, l’ex direttore del pronto soccorso di Marche Nord, che ha guidato il reparto di frontiera dell’azienda nei due anni clou dell’emergenza pandemica creando un gruppo di lavoro affiatato ed efficiente nonostante le gravissime difficoltà operative.
«La pec con la proposta di assunzione è arrivata a tutti il giorno dopo le prove - sottolinea Umberto Gnudi -; anche nei pronto soccorso della Romagna c’è un forte bisogno di medici specializzati.
Dei 5 medici in servizio a Pesaro che a marzo avevano seguito l’esempio di Gnudi, dimessosi per il venir meno della fiducia nei suoi confronti dell’azienda ospedaliera che gli ha preferito Giancarlo Titolo come direttore facente funzioni (in attesa del concorso per primario), 2 hanno ritirato le dimissioni e non si sono presentati al concorso mentre ha sostenuto le prove anche una dottoressa ancora non dimissionaria in servizio a Fano. Tra quanti sono incerti se accettare il lavoro c’è lo stesso Gnudi, che senza entrare nei dettagli precisa di dover valutare anche altre opzioni, tra cui quelle di direttore per sedi più distanti da Pesaro.
Al di là delle professionalità coinvolte, la nuova situazione che si determina a Marche Nord è la controprova di come l’emergenza del personale del pronto soccorso non sia stata gestita complessivamente nel modo ottimale, valorizzando le (poche) risorse disponibili, in risposta ai ripetuti appelli dell’ex direttore per affrontare con misure operative tempestive la carenza di medici già grave a fine 2021. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico