Pesaro, alloggi popolari: fuori le famiglie, arriva il restyling. Ecco i tempi per l'operazione

Pesaro, alloggi popolari: fuori le famiglie, arriva il restyling. Ecco i tempi per l'operazione
PESARO  - Non dormono certo sonni tranquilli le famiglie e gli inquilini che entro marzo, e per tre anni al massimo, dovranno lasciare il proprio alloggio popolare per fare...

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PESARO  - Non dormono certo sonni tranquilli le famiglie e gli inquilini che entro marzo, e per tre anni al massimo, dovranno lasciare il proprio alloggio popolare per fare largo ai lavori di ristrutturazione del Comune. Un corposo programma finanziato attraverso i fondi del Pnrr che prevede sei interventi in una decina di residenze pubbliche nella periferia della città per un importo di 12.580.889 euro.

 

 

Non possono restare in casa gli assegnatari durante il restyling, devono traslocare in abitazioni temporanee, che saranno messe loro a disposizione, perché l’intervento edilizio, essendo gli immobili antiquati, precari e in forte degrado, prevede per lo più la demolizione e ricostruzione. 


Il cronoprogramma
Un restauro che si concluderà entro il 2026 e non mancano i comprensibili timori delle famiglie di tempi dilatati e sistemazioni provvisorie che possono diventare definitive. Intanto il Comune ha promosso un bando per affittare o acquistare alloggi alternativi da mettere a disposizione degli inquilini presto senza casa. I proprietari di appartamenti interessati possono manifestare la loro disponibilità, presentando offerte entro il 31 dicembre solo attraverso posta elettronica cartificata all’indirizzo comune.pesaro@emarche.it. Ecco la mappa dei lavori, finanziati con risorse del fondo europeo complementare al Pnrr “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione edilizia residenziale pubblica”, un intervento Nextgenerationeu per la transizione ecologica, l’efficienza energetica e la valorizzazione ambientale. Smobilitazione in vista per gli alloggi di via Montebianco a Borgo Santa Maria, dove sono tre gli appartamenti interessati al recupero, per un importo di 4.991.805,23 euro; di Santa Marina Bassa con lavori per 2.146.491,01 euro; di strada Adriatica per un intervento di ristrutturazione da 1.789.504 euro; di Monteciccardo, in via Marconi, con lavori finanziati da 581.518,80 euro; di strada Ghetto di Roncaglia dove sono in programma 1.777.556,31 euro di interventi edilizi; e di Fiorenzuola di Focara per un restauro da 1.294.013,65 euro.


La comprensione
«Capisco le preoccupazioni e i disagi - sottolinea l’assessore alla Solidarietà del Comune Luca Pandolfi -, ma la riqualificazione degli immobili è indispensabile. Abbiamo incontrato gli inquilini per spiegare loro che non è possibile lavorare senza trasferimenti. Accompagneremo le famiglie verso la nuova soluzione abitativa e chiediamo uno sforzo per venirci incontro. Il cambio di casa è sempre un evento assai problematico, ma troveremo delle soluzioni personalizzate per ciascun assegnatario, i nostri uffici sono impegnati per rispondere al meglio alle esigenze dei residenti». La necessità di ristrutturare gli alloggi comunali «nasce dal forte degrado e dalla fatiscenza - chiarisce l’Amministrazione comunale nella tabella di marcia agli atti - e richiede in tempi rapidi un’adeguata nuova sistemazione abitativa, sostitutiva e momentanea, per le famiglie che attualmente occupano gli appartamenti. Dovendo liberare gli alloggi interessati dai programmati interventi edilizi entro marzo 2023, il Comune ricollocherà in un altro immobile i nuclei familiari assegnatari degli alloggi popolari» per tre anni. 
Nel dettaglio


I lavori, che prevedono anche interventi di demolizione e ricostruzione, miglioreranno la sicurezza sismica e statica degli edifici e realizzeranno l’efficientamento energetico, la razionalizzazione degli spazi e la valorizzazione delle aree verdi. Un intervento a costo zero per il Comune, perché «la ricognizione sul territorio di alloggi a uso abitativo disponibili per la locazione prevede che anche i canoni e le spese accessorie saranno finanziati con i fondi del piano nazionale complementare al Pnrr». 

 

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Corriere Adriatico