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PESARO Una storia secolare alle spalle, un triste presente da monumento al degrado, nessun progetto di rinascita definito per il futuro. La declinazione temporale dei destini del vecchio riformatorio di via Luca della Robbia, cioè l’ex chiesa del convento di Santa Maria degli Angeli, non lascia spazio all’interpretazione. Ma adesso potrebbe accendersi un faro di speranza nelle nebbie del ”libro dei sogni”, aperto e sfogliato più volte.
Le opzioni fallite
Nell’edificio è stata annunciata in rapida sequenza la realizzazione, dopo un ipotetico restyling, della sede del liceo musicale e coreutico, poi di una scuola meterna. Nessuna delle operazioni è andata in porto.
I limiti
Limiti alla trasformazione per un nuovo utilizzo del colosso abbandonato, rimasto finora uno dei tanti luoghi del patrimonio pubblico in degrado, come l’ex San Benedetto, il complesso delle Zoccolette, palazzo Aymonino. Solo qualche esempio. «Di recente ci ha contattato il Comune per sapere se eravamo d’accordo a mettere di nuovo all’asta l’ex chiesa del ’500 tra via Luca della Robbia e via Bertozzini - spiega Marco Domenicucci, direttore generale della Provincia -, la parte interessata alla vendita è quella dove si aprivano le celle del carcere minorile. Un’area assai degradata da ristrutturare accanto al Centro per l’impiego con gli uffici della Regione per il mercato del lavoro e la formazione professionale, affacciato invece sul chiostro, con il pregevole pozzo, e più in là il campo sportivo. Ora dobbiamo rifare l’accatastamento e definire il nuovo bando per l’asta che abbiamo delegato al Comune. Si potranno presentare offerte al rialzo e al ribasso, non inferiori al 25% del valore immobiliare». I vincoli dettati della Soprintendenza stabiliscono per esempio che «non si possa scavare in profondità nelle fondamenta, è vietato modificare l’ampiezza delle finestre e delle porte, ci sono limiti di cubatura per gli ampliamenti - precisa Domenicucci -. Speriamo che qualcuno interessato questa volta si faccia avanti. Sembrerebbe che un’impresa di costruzioni voglia realizzare degli appartamenti in quest’area strategica fra centro e mare, molto appetibile per la residenza».
Il vecchio cruccio
L’ex riformatorio è sempre stato un ”vecchio cruccio” del sindaco Matteo Ricci che ha manifestato sensibilità per il ”degrado del contenitore, uno stato di ingombrante abbandono che stride con le ristrutturazioni nella zona. Ma la mazzata finale ce l’hanno data i vincoli che la Soprintendenza ha posto sul bene, dalla facciata al muro di cinta. Un ginepraio di lacci e laccioli che rendono difficile ogni destinazione finora ipotizzata, dai servizi al terziario, al residenziale”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico