«Pesaro raccoglierà l’eredità di Vangi un museo in dialogo con le sue opere». Oggi in duomo l’addio al grande maestro

«Pesaro raccoglierà l’eredità di Vangi un museo in dialogo con le sue opere». Oggi in duomo l’addio al grande maestro
PESARO La sua forza, intensità e grandezza artistica hanno conquistato il mondo intero, da Vittorio Sgarbi è stato definito il “Francis Bacon della...

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PESARO La sua forza, intensità e grandezza artistica hanno conquistato il mondo intero, da Vittorio Sgarbi è stato definito il “Francis Bacon della scultura”: Giuliano Vangi, scomparso martedì sera a 93 anni (compiuti il 13 marzo), è l’ultimo dei grandi maestri di una generazione incredibile di artisti. Gli è stato dedicato anche un prezioso docu-film, “Focus on Vangi”, che racconta la sua vita e le sue opere, sparse in tutto il mondo, curato da Emerson Gattafoni e prodotto da Gekofilm, girato, soprattutto, nel suo laboratorio a Pietrasanta, dove ha costruito opere monumentali di grande valore artistico e umano.

 

I suoi giganti

Da 50 anni viveva a Pesaro, una città che si sta preparando ad allestire un museo a lui dedicato, affacciato su una delle sue opere più iconiche la “Scultura della Memoria”. «Ho conosciuto Vangi quando abbiamo iniziato a lavorare sull’idea della scultura in piazzetta Mosca, - racconta Daniele Vimini - perché lui ha avuto sempre il cruccio di non aver ancora lasciato un segno permanente a Pesaro. In poco tempo, anche per dare ancora più forza alla liberazione della piazzetta dalle auto, riuscimmo, grazie alla sua genialità, a realizzare quel piccolo miracolo che rappresenta quella scultura: di impatto per i turisti, ma ormai anche nel cuore di tutti i pesaresi». Quel “piccolo miracolo” che prende forma nella pietra di Apricena, raffigurante i giganti della cultura e della storia di Pesaro e della regione: Rossini, Leopardi, Raffaello e Federico da Montefeltro, è il simbolo della speranza nel futuro. Seguì una grande mostra in Pescheria e la scultura “I Gabbiani”, in piazza Matteotti, dedicata all’uomo contemporaneo. «Il desiderio era di trovare un luogo ove rimanesse un segno ancora più importante e scegliemmo insieme il piano terra di Palazzo Mazzolari Mosca. Con i tempi del Pnrr siamo riusciti a trovare il modo, grazie anche a Mario Botta che ha dato consigli preziosi per l’allestimento, e questo diventa il grande lascito, oltre a quello umano culturale ed emotivo che Giuliano ha dato e darà alla città: un museo in dialogo con la Scultura della Memoria. Un palazzo che verrà interamente recuperato a livello museale».

L’autunno d’arte

Sarebbe importante che ora «anche tutta Italia mettesse la sua forza a supporto di questo grande artista. Stiamo ragionando, insieme alla famiglia di Vangi, a Renato Bertini, la famiglia di Oscar Piattella e a Bruno Bruni, che ora risiede in Germania, ad una collettiva che possa dialogare con le opere dei Musei civici da tenere nell’autunno di quest’anno. Un tributo a cui stiamo lavorando e un viatico al progetto del museo che prenderà corpo nei prossimi anni», conclude Vimini. Luca, figlio di Loreno Sguanci, ricorda Vangi come «Ironico, umile, stacanovista, diretto, disponibile; così ho sempre visto Giuliano. Da buon allievo della scuola fiorentina, era un "artigiano dell’arte": possedeva cioè un mestiere, conosceva le materie e le tecniche scultoree per realizzare da sé opere imponenti e curate fin nei minimi dettagli. Le sue mani raccontavano di storie scolpite nel marmo o modellate nella terra e testimoniavano un bagaglio di esperienza costruito in decenni di attività. La determinazione e la caparbietà dimostrata nella ricerca artistica, si facevano presenze evidenti nelle soluzioni formali che popolano il suo studio». I funerali si terranno oggi, alle 15,30, al Duomo di Pesaro.

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Corriere Adriatico