Prosciugano il conto a un anziano poi lo ingannano anche sul loculo

Prosciugano il conto a un anziano poi lo ingannano anche sul loculo
PESARO  - Gli avrebbero fatto credere persino di avergli comprato un loculo al sarebbero intascati assieme ad altri assegni e prelievi dal conto. In due finiscono a processo,...

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PESARO  - Gli avrebbero fatto credere persino di avergli comprato un loculo al sarebbero intascati assieme ad altri assegni e prelievi dal conto. In due finiscono a processo, un 54enne e una 33enne rumeni, parenti. Ieri in tribunale a Pesaro, davanti al giudice per l’udienza preliminare il caso di una presunta circonvenzione di incapace. 

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Secondo l’accusa la coppia si sarebbe prima guadagnata la fiducia di un anziano di 70 anni affetto da alcuni disturbi e avrebbero abusato della sua deficienza psichica. Uno stato anche documentato da certificati medici. Il rapporto sarebbe iniziato con piccoli favori come la spesa quotidiana e altre piccole incombenze domestiche. Guadagnata la sua fiducia il rapporto sarebbe andato oltre, fino al trasferimento dell’anziano in una abitazione vicina al 54enne. Da qui sarebbe iniziata anche una gestione delle spese senza rendere conto all’anziano. L’uomo lo avrebbe anche convinto di aprire un nuovo conto nella sua stessa banca. 

Un’escalation di azioni “criminose” che secondo l’accusa avrebbe portato il 70enne a emettere un primo assegno di 7500 euro per l’acquisto di alcuni beni. Ma con un raggiro avrebbe riferito che sarebbero bastati 4500 euro per tali acquisti. Tanto da fare emettere un nuovo assegno senza però distruggere il primo. Entrambi i titoli sarebbero quindi stati incassati per un valore quindi di 12 mila euro. L’apice sarebbe stato raggiunto quando il 54enne si era offerto di seguire le pratiche per l’acquisto di un loculo al cimitero per un valore di 3000 euro. Soldi che però sarebbero finiti sul suo conto. Dunque una serie di movimenti a cui avrebbe partecipato anche la 33enne accompagnando di persona l’anziano ad aprire un conto corrente in banca facendosi firmare la delega per poter effettuare delle operazioni. Tanto che secondo l’accusa avrebbe ricevuto il bancomat e il conseguente pin per poter accedere. Elementi chiave con cui sarebbero stati effettuati alcuni prelievi. L’anziano si è poi reso conto di quanto accaduto e assistito da avvocati e familiari ha sporto denuncia. 



Immediata la verifica dei conti correnti e dei vari spostamenti di denaro. Ieri il Gup ha disposto il rinvio a giudizio per i due presunti autori del raggiro, con l’accusa di circonvenzione di incapace. L’udienza è stata aggiornata al giugno del prossimo anno.

 

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Corriere Adriatico