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PESARO - Accusato di maltrattamenti in famiglia con atti lesivi, violenza sessuale, minacce e condotte tali da provocare umiliazione e mortificazione nei confronti della moglie.
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Arriva la condanna e torna libero, revocati gli arresti domiciliari. Cosa che non fa stare tranquilla l’associazione Gens Nova che si era costituita parte civile nel processo.
La storia
Facciamo ordine.
La paura
Episodi che per l’accusa hanno portato “terrore” nel figlio e “inermità e sofferenza nella moglie”. Ieri l’ultimo atto davanti al Gup con il pubblico ministero che ha chiesto la condanna a 6 anni con il rito abbreviato. La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Christian Guidi, un processo in cui anche Gens Nova per la prima volta a Pesaro si è costituita parte civile rappresentata dall’avvocatessa Maria Rosa Conti. L’obbiettivo dell’associazione è «promuovere il riconoscimento dei diritti umani e civili soprattutto di donne e minori». Il giudice ha assolto l’imputato per la violenza sessuale, condannandolo per gli altri reati a 3 anni, 9000 euro di risarcimento.
«C’è amarezza – spiega Guidi – la violenza sessuale è difficile da provare anche con una visita ginecologica. È difficile per le donne denunciare, però è fondamentale che acquisiscano forza nonostante le avversità. Ci aspettavamo di più però è un primo passo. Speriamo che signora e figli possano ricominciare nuovo capitolo. Uscirà dai domiciliari, speriamo non ci siano comportamenti negativi. Non ha mai più preso in cura i minori da un punto di vista morale ed economico». L’avvocatessa Conti per Gens Nova insiste: «Ci preoccupa che esca dai domiciliari, la valutazione del venir meno del pericolo non è così semplice. Non ha violato le prescrizioni, non ha avuto più contatti con la vittima, però in questi casi occorre pensare a misure di controllo e sicurezza come un braccialetto elettronico. Qui c’è una potenziale vittima debole verso la quale rifarsi.
La difesa
Gens nova come associazione farà pressione a livello nazionale per avere strumenti legislativi tali da proteggere le vittime». L’avvocato Carmine Maione che difende l’imputato sottolinea: «La difesa ha messo in evidenza le contraddizioni della parte offesa nei comportamenti e condotte rispetto alla violenza sessuale, un’accusa ingiusta. Faremo appello. Quanto alla revoca dei domiciliari, il ragazzo ha una condotta esemplare, lavora, non c’è alcun pericolo che possa reiterare il reato».
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Corriere Adriatico