Fano, sesso in zona gialla affari in aumento: i clienti arrivavano anche da Ancona. Ecco che tariffe c'erano

Sono state ferma 4 prostitute in 4 diversi appartamenti di Fano
FANO  - Le verifiche sui contratti d’affitto sono la fase successiva degli accertamenti che hanno portato gli agenti del commissariato a individuare quattro alloggi a...

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FANO  - Le verifiche sui contratti d’affitto sono la fase successiva degli accertamenti che hanno portato gli agenti del commissariato a individuare quattro alloggi a luci rosse tra il porto e Baia Metauro a Fano. Secondo la polizia altrettante donne di origine esotica, due native della Cina e due del Sudamerica, li utilizzavano per incontri sessuali a pagamento. 


 
Una delle quattro squillo, asiatica, è stata rimpatriata, essendo risultata clandestina, e per la proprietà dell’appartamento il caso potrebbe avere conseguenze più gravi rispetto agli altri tre. La donna, sulla cinquantina come la sua connazionale, era arrivata in Italia con un regolare permesso, fermandosi però a Fano anche dopo la sua scadenza e iniziando a prostituirsi. Secondo la polizia l’attività delle quattro donne era piuttosto ben avviata e ognuna di loro aveva in agenda dai due a sei-sette appuntamenti al giorno, con pochi (o nessuno) riposi settimanali. Tariffa da un minimo di 30 euro a un massimo di 50 a incontro. Clientela diversificata sotto l’aspetto sia anagrafico (l’età dei frequentatori poteva variare dai 30 ai 60 anni) sia sociale: numerosi gli uomini che si spostano per motivi di lavoro e in particolare provenienti dall’Anconetano. Succede di norma, comunque, che gli appartamenti a luci rosse siano frequentati da pochi uomini del posto per evidenti motivi di prudenza.

La raccomandazione per il cliente era di fare uno squillo al cellulare, quando si trovava ormai nelle vicinanze dell’abitazione, e a quel punto la donna si affacciava alla finestra o al balcone come segnale di conferma. Quattro frequentatori sono stati sanzionati per avere violato le norme sanitarie anti Covid-19, avendo evitato di indossare le mascherine protettive. Il personale del commissariato effettua controlli periodici per contrastare lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione, reati che possono essere una spia riguardo alla presenza di malavita organizzata. È stato invece accertato che le quattro donne identificate (le altre due sono sudamericane, una cinquantenne e una trentenne) agivano per proprio conto e in assoluta autonomia, quindi è da escludere che la loro attività fosse gestita da qualche forma di associazione a delinquere.



Da fine settembre gli agenti del commissariato tenevano sotto controllo gli appartamenti: uno nel quartiere del Porto e gli altri tre a Sassonia sud, una zona ora poco frequentata, quindi più riservata. La polizia ha comunque accertato che per le quattro donne il giro di affari fosse in ripresa, dopo che il ritorno delle Marche in zona gialla aveva riaperto agli spostamenti all’interno dei confini regionali. I guadagni erano invece andati in picchiata nella fase della zona arancio e durante i tre mesi del confinamento. Le fasi del giorno più favorevoli erano la pausa pranzo e le ore pomeridiane: nel secondo caso gli appuntamenti erano presi con il dovuto anticipo rispetto al coprifuoco. Tre delle quattro squillo individuate dalla polizia erano dunque in regola con il permesso di soggiorno, ma la loro attività è stata segnalata per eventuali valutazioni successive alle Questure che l’hanno emesso. 

 

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Corriere Adriatico