Pesaro, prenotano e fanno comprare vino costoso: ma è soltanto una truffa

Pesaro, prenotano e fanno comprare vino costoso: ma è soltanto una truffa
PESARO - Prenotano una cena sontuosa con tanto di vini pregiati ed è proprio il vino lo specchietto per le allodole che fa scattare la truffa che da Rimini (dove sono stati...

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PESARO - Prenotano una cena sontuosa con tanto di vini pregiati ed è proprio il vino lo specchietto per le allodole che fa scattare la truffa che da Rimini (dove sono stati segnalati diversi casi ultimamente) in questi giorni si è spostata a Pesaro con ristoratori caduti loro malgrado nel tranello che, a sentire le vittime, è sicuramente da copione seriale ma comunque ben congegnato e di difficile intuizione se non si ha la dimistichezza con casi simili. E i ristoratori si trovano con una fornitura di vino scadente pagata carissima (500 euro 6 bottiglie), nessuno che si presenta alla cena e un un numero telefonico disattivato.

 
Tutto comincia il lunedì quando a un noto locale pesarese arriva una telefonata di una signora che vorrebbe organizzare per il giorno dopo una cena per festeggiare il compleanno della suocera: una dozzina di persone e una richiesta, ovvero quella di servire un vino particolare, un Bordeaux che viene commercializzato da un distributore veneto che però non tratta con privati ma solo con attività di ristorazione, enoteche e simili. Il ristoratore per venire incontro alla cliente non fa problemi, si mette in contatto con il distributore (la cliente passa cellulare, nome della società e via seguitando) e quest’ultimo non senza qualche titubanza iniziale (sfumature che rendono ancora più credibile l’inghippo) acconsente a rifornire il giorno dopo il ristorante di una cassa di vino pregiato, ovvero 6 bottiglie per un importo di 500 euro cash. Quello che avviene il giorno dopo, martedì, quando al ristorante si presenta un ragazzo, un corriere, con 6 bottiglie pagate sull’unghia e successivamente emissione della fattura.

Ma la sera della festa di compleanno al ristorante non si presenta nessuno, al cellulare lasciato dalla signora risponde la voce metallica di una casella vocale e a questo punto al ristoratore si fa strada il dubbio che possa essere stato raggirato. Le bottiglie, sigillate, ci sono, ma va a sapere che cosa effettivamente contengano. E in effetti il sospetto è lecito tanto più che quasi in contemporanea la Confcommercio della provincia di Rimini sta mettendo in guardia tutte le attività di ristorazione e i pubblici esercizi per una truffa che negli ultimi giorni ha già colpito tre ristoranti lungo la riviera romagnola. I ristoratori hanno denunciato il fatto alle autorità preposte, che hanno già avviato le indagini. Il modus operandi è sempre lo stesso, anche se con qualche piccola variante: con la scusa di organizzare il compleanno di un familiare amante dei vini stranieri pregiati, una donna chiama il ristorante presentandosi come una vecchia cliente, chiamando il titolare per nome e parlando della zona come se la conoscesse da tanto tempo. La voce femminile, con accento italiano, prenota un tavolo e chiede il favore di ordinare del vino estero pregiato, costosissimo e introvabile, se non dal fornitore indicato che però non lavora con i privati.

Contattato il fornitore, al ristoratore viene data la disponibilità della merce con pagamento al corriere al momento della consegna e con fattura inviata per mail. La fantomatica signora, contattata dal ristoratore, assicura il ritiro e il pagamento delle bottiglie a pranzo, ma poi nessuno si presenta più e il titolare del ristorante, aperte le confezioni, vi trova un vino da pochi spiccioli di scadente qualità e non gli resta che contattare le forze dell’ordine per sporgere denuncia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico