OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PESARO Non solo il computer del presunto assassino, ma anche quello della vittima. Sarà una settimana importante quella in entrata nell’ambito dell’omicidio di Pierpaolo Panzieri, 27enne pesarese ucciso lunedì scorso da almeno 13 fendenti durante una cena nella sua casa al numero 19 di via Gavelli. Una morte violenta di cui è accusato l’amico Michael Alessandrini, 30enne pesarese ora è in stato di fermo in Romania con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
L’avvocato Salvatore Asole ha assunto il mandato difensivo e attende il via libera della procura di Timisoara, dove è custodito il giovane, per poter andare a parlare col suo assistito.
L’obiettivo è capire quali ricerche possa avere effettuato Alessandrini o se i due si possano essere scambiati dei messaggi. Al momento del fermo in Romania il 30enne è stato trovato in possesso del cellulare della vittima, ma non del suo telefono in quanto gli era stato rubato qualche giorno prima. Dal computer potrebbero emergere comunque delle chat salvate in qualche drive o con l’utilizzo del sistema di chat condiviso sul computer stesso. Stesso discorso per il computer della vittima trovato ancora acceso la mattina della scoperta del corpo. In questi giorni dovrà essere fissata anche l’autopsia inizialmente prevista per oggi ma poi slittata a una data ancora da definire per una questione di notifiche all’accusato.
Per questo si attende anche la ratifica dell’Oie (Ordine di indagine europeo) che consente alle autorità italiane di acquisire le indagini e i reperti utilizzati e acquisiti dalla procura rumena.
A finire sotto sequestro anche circa un grammo e mezzo di hashish trovato in un pacco di sigarette nell’appartamento. Asole ha già fatto sapere che chiederà una perizia psichiatrica per Alessandrini. La madre del trentenne aveva parlato in una intervista di problemi comportamentali sin da bambino. Ma questo non è mai stato messo nero su bianco dalle strutture sanitarie pubbliche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico