Morto Francesco Sorlini, dal basket all’arte. Dirigente nell’amministrazione pesarese si occupò di teatro, musica e giustizia

Francesco Sorlini
PESARO È scomparso, sabato scorso, Francesco Sorlini: aveva 85 anni, milanese di nascita e pesarese di adozione, ha giocato a basket, insieme al fratello Mario negli...

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PESARO È scomparso, sabato scorso, Francesco Sorlini: aveva 85 anni, milanese di nascita e pesarese di adozione, ha giocato a basket, insieme al fratello Mario negli juniores della Victoria Libertas Pesaro (con cui vinse il campionato italiano nel 1956) e, dopo essersi laureato a Urbino in giurisprudenza iniziò l’attività forense. Mente vulcanica cambiò di nuovo idea quando abbandonò il lavoro da avvocato perché vinse, nel 1964 un concorso in Comune a Pesaro. Per diversi anni è stato dirigente della pubblica istruzione e della cultura. Poi, dimessosi dall’amministrazione, entrò in magistratura nei ranghi onorari presso il Tribunale di Rimini. È stato autore di due pubblicazioni manualistiche di natura giuridica in tema di spettacolo e tutela del patrimonio storico e artistico. 


Il racconto


«Ci siamo sentiti qualche ora prima che morisse. Dopo pochi secondi s’è interrotta la telefonata. Avevo ripreso i contatti negli ultimi anni con Francesco che si era ritirato a Rimini dopo aver risieduto diversi anni nel comune di Mondaino nel magnifico territorio in cui anch’io e mia moglie negli anni ’80 avevamo trascorso ore molte felici», racconta Giorgio Tornati, ex sindaco di Pesaro, politico di lungo corso e coetaneo di Sorlini. «Colto, arguto, sincero, generoso. Con Francesco non ci annoiava mai: riflessioni profonde e battute pungenti si alternavano con grande naturalezza. È stato un mio collaboratore in Amministrazione comunale per tanti anni. Ricordo di un invito a me e a mia moglie a cena a casa sua, presente Carmelo Bene. Ricordo la discussione/lite tra Carmelo e Maria su questioni di principio sull’emancipazione della donna. Io e Francesco uscimmo sconfitti. Loro due continuarono a litigare per tutta la serata». Amico di Alberto Zedda, collaborò ai primi anni del Rof, così come alla Mostra del Nuovo cinema e alle stagioni di prosa e concertistiche, di cui era appassionato.


I ricordi


«Uomo della cultura pesarese, stimatissimo dirigente dell’Amministrazione comunale, sportivo ed ex giocatore della Victoria Libertas Pesaro, figura rispettata anche nell’ambiente forense per gli incarichi ricoperti in magistratura», hanno ricordato il sindaco Matteo Ricci e il vicesindaco e assessore alla Bellezza Daniele Vimini. «Ha collaborato come dirigente dell’assessorato alla cultura alla creazione del Rossini Opera Festival, sempre nello stesso ruolo ha contribuito all’organizzazione e di eventi come la Mostra del Cinema, gettando basi importanti per quella che oggi è diventata Capitale Italiana della Cultura 2024». Poi continuano: «Il Comune di Pesaro si stringe al dolore della famiglia e di tutti coloro che hanno avuto l’occasione di incrociare il suo cammino. A loro le più sentite condoglianze». «Un dirigente di grande spessore culturale ed amministrativo, protagonista di una stagione molto innovativa. Purtroppo non ci ho mai lavorato direttamente», ricorda Simonetta Romagna. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico