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PESARO Ciliegi selvatici, peri poco comuni in natura, sorbi campestri, forse perché ”col tempo e con la paglia maturano le nespole” o le sorbe anche al Miralfiore. Undici alberi da frutto rari e dimenticati hanno messo radici nel parco dove restano i segni dei tagli drastici di piante e cespugli in nome della sicurezza, contro lo spaccio. Il polmone verde sembrerebbe rinascere, dopo la maxi operazione antidroga, anche per nuove piantumazioni, un laboratorio all‘aperto degli studenti dell’istituto agrario Cecchi, giochi e bancarelle dei bambini.
La strategia
Strategie del Comune con una sensibilità ambientalista dell’assessore alla operatività Enzo Belloni, in linea con il proverbio che ci vuole pazienza e occorre aspettare per vedere i risultati. «Grazie alle offerte raccolte durante Miraviglia, l’iniziativa per i più piccoli sul valore del riuso e la tutela del verde - spiega Belloni -, abbiamo piantato altri 11 alberi da frutto.
La radura incriminata
Le nuove specie vegetali sono state messe a dimora proprio in una delle radure incriminate che si affaccia sullo stradino che va dall’arco alla villa, sul lato verso la stazione. «Un intervento condiviso insieme alla guida naturalistica Andrea Fazi e agli ecologisti del Miralfiore - sottolinea l’assessore Belloni -, un parco di 23 ettari tornato in mano ai cittadini dove la manutenzione e la pulizia del sottobosco si sono rivelati vincenti, in nome della sicurezza e della fruibilità del nostro polmone verde.
E per ora non vengono più registrati fenomeni di spaccio». La scelta degli alberelli non è stata casuale. Il pero selvatico, pianta rara in natura, è l’antenato di molte varietà di questo frutto, in alcuni luoghi è nella lista delle specie in via d’estinzione. Il ciliegio sembrerebbe originario dell’Asia minore, da dove è stato importato in epoca antica. Infine il sorbo campestre, con le proverbiali sorbole la pianta è diffusa in Europa da tempi remoti. Sono frutti dimenticati, comuni soprattutto nelle campagne fino agli anni ‘60 e poi soppiantati da prodotti più redditizi come le mele, oppure dalle sfiziose fragole.
Il laboratorio
Per la valorizzazione del Miralfiore, il Comune ha stabilito inoltre una collaborazione insieme agli studenti dell’istituto agrario Cecchi per la cura del parco. «Un progetto realizzato con il preside e gli insegnanti - spiega Enzo Belloni - per fare sì che una parte del Miralfiore possa essere utilizzata come laboratorio, una esperienza già realizzata a novembre che riproponiamo. I ragazzi si occupano dell’area verde a ridosso del bar, sono seguiti da esperti e docenti, la nostra intenzione è andare avanti, sempre d’intesa con la Protezione civile». Una mission, quella del Cecchi, per confermarsi polo di educazione e formazione aperto al territorio.
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Corriere Adriatico