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PESARO Oggi, con l’espansione della popolazione del lupo nelle aree più densamente popolate e, quindi, anche nelle basse colline e in pianura, vedere un lupo non è più così straordinario. Esiste una nuova convivenza che impone da parte dell’uomo di adottare una condotta ben precisa. Motivo per cui il Parco Naturale del Monte San Bartolo sta diffondendo il codice di comportamento ideato dal progetto Life Wolfalps. Un progetto europeo che mira a migliorare la coesistenza tra il lupo e chi vive e lavora sulle Alpi perfettamente replicabile nelle Marche.
«Il branco che ha scelto di vivere nel Parco - spiega Laurent Sonet, zoologo belga, responsabile del servizio naturalistico e ambientale dell’area protetta - è composto più o meno da sette individui.
L'avvertimento
Il codice avverte che non si debbono lasciare fonti di cibo vicino alle case; di non lasciare liberi gli animali domestici perché i lupi li considerano delle potenziali prede, meglio rinchiuderli per la notte e già dalle ore crepuscolari e di non di avvicinarsi e di non interferire con il loro comportamento. «All’aperto - conclude Sonet - tenere il cane a guinzaglio e in caso di incontro fare rumore, strillare, agitare braccia, mani e molto molto lentamente camminare all’indietro».
Il presidente del Parco Mariani
Per il presidente del Parco Stefano Mariani «il lupo non è un problema ed un positivo indice di salute del territorio. Si tratta che tutti si ricordano che è un animale selvatico e prendere le dovute cautele. Dopotutto, ogni anno più di 70mila persone sono morsi da cani». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico