Duemila firme alla Regione per salvare l'ex manicomio: «Il complesso non va spacchettato»

L'esterno del San Benedetto
PESARO - Il gruppo “Tocca el Mur”, costituito da liberi cittadini che si sono uniti per la salvaguardia del San Benedetto rispetto al progetto della sua...

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PESARO - Il gruppo “Tocca el Mur”, costituito da liberi cittadini che si sono uniti per la salvaguardia del San Benedetto rispetto al progetto della sua ristrutturazione, ha consegnato ieri al sindaco Matteo Ricci e all’assessore regionale Stefano Aguzzi, una lettera contenente un appello proposto da Pierpaolo Loffreda e sottoscritto da 2.043 cittadini, le cui firme sono state raccolte sui social media in tre settimane. 

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La preoccupazione principale del gruppo è relativa alle sorti finali di uno spacchettamento dell’edificio che potrebbe rischiare di snaturare il complesso, ma che, attualmente, è l’unica via, individuata dagli amministratori, per iniziare i lavori.

 

Spesso, gli interventi sviluppati frazionando i grandi complessi urbani, producono la scomparsa della qualità e dei valori architettonici e ambientali originari, lasciando sul campo i “pezzi” meno appetibili in uno stato di abbandono per lungo tempo, ma, come già aveva sottolineato l’architetto Tamino: «Nel caso del San Benedetto tutto questo si può evitare se esiste a monte una concezione unitaria del progetto e una forte regia pubblica». 


«L’ex manicomio San Benedetto è un grande e pregevole complesso storico-architettonico composto da edifici, cortili interni e spazi verdi», si legge nell’appello che, dopo un breve cenno storico sulle suo origini prosegue con la richiesta «che tutto il complesso venga salvato dalla rovina, che la Regione Marche e il Comune di Pesaro predispongano un progetto adeguato, che lo veda trasformato in centro culturale, educativo, espositivo sul modello del Mart di Rovereto o del San Domenico di Forlì, tutelando i ‘segni’ che raccontano la storia del luogo, e che vengano chiesti finanziamenti appropriati all’Unione Europea per restituire questo bene inestimabile agli abitanti e al mondo intero, nella pienezza del suo valore di alta tradizione culturale e scientifica. Sappiamo che un uso attento dei beni culturali si traduce sempre in progresso economico e civile». Al momento, la possibilità di un intervento unitario sul San Benedetto, permette di progettare un’operazione sinergica che faccia partire i lavori contemporaneamente e non con interventi parziali, oltre che l’accesso ai bandi di “rigenerazione urbana” (ogni comune può presentarne almeno 3), che mettono in contatto ben 3 ministeri (Finanze, Infrastrutture e Mibact), offrendo diverse possibili soluzioni che intrecciano il percorso di riqualificazione sia dei Borghi che dell’asse via Mazza, via Castelfidardo e Via Passeri, una zona che abbraccia proprio il San Benedetto. 



Nell’idea sviluppata da Comune e Regione, un terzo bando potrebbe interessare la parte dell’edificio che si affaccia su Corso XI Settembre che potrebbe così essere destinato ad una fruizione che comprenda welfare, aggregazione e cultura, intercettando risorse anche dal punto di vista delle residenze sociali e dei laboratori artigianali.

 

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Corriere Adriatico